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Domenico Latagliata TORINO La ...

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Ne è arrivata la conferma anche ieri: partita impantanata nelle sabbie mobili come tante altre volte in stagione, poi arriva il guizzo che fa imbestialire l'Italia che non può vedere il bianconero. Del Piero ricama, Iaquinta trasforma e il Napoli si imbufalisce, perché convinto che l'azione abbia preso il via da un fallo di Molinaro su Lavezzi. Le opinioni contano poco, i fatti dicono che la Juve raggiunge quota 54: terza, +4 sulla Fiorentina e appunto +8 sul Diavolo, quinto e sempre più povero. Il vestito proposto per la serata da Ranieri è del tutto nuovo: difesa a tre e Nedved trequartista vero dietro Del Piero e Trezeguet, centrocampo a quattro con Nocerino, Sissoko e Salihamidzic a correre anche per Tiago, schierato per mancanza di alternative. Non che la Juve ne tragga benefici, almeno nel primo tempo: se il Napoli non spaventa Buffon almeno fino a quando Garics, pochi secondi prima di metà gara, si mangia un gol fatto, Gianello vive inizialmente una serata serena. I bianconeri viaggiano al piccolo trotto, quasi per mettere Tiago a suo agio: un lampo di Nedved intorno alla mezzora è davvero poca cosa, dopo di che solo tanta buona volontà e qualche nervosismo assortito di Del Piero e Trezeguet. Il Napoli conferma di volersela giocare, peccato che davanti Lavezzi non abbia peso e il povero Calaiò si trovi nella morsa di Stendardo e Chiellini. Hamsik, in compenso, trova anche lo spazio per uno slalom saggiando i riflessi di Buffon: buoni, come al solito. Equilibrio quasi assoluto, insomma. E la certezza che alla Juve manchino le geometrie di Zanetti - ma sarà meglio abituarsi, visto che la sua assenza durerà un mese buono - e le invenzioni di Camoranesi: del resto, vedere Sissoko proporsi ai difensori per impostare e Tiago defilarsi sull'esterno sinistro non deve essere piaciuto nemmeno a Ranieri. Cambia anche modulo, Ranieri: Iaquinta per Salihamidzic e Molinaro per Nocerino portano al 4-3-3, del resto il ko del Milan a Roma impone la caccia al bottino pieno. Mostra i pugnetti anche Tiago, ma la buona Pasqua la confezionano Del Piero e Iaquinta. Apotesosi.

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