Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Setterosa travolge Cuba La Marocchi decima si qualifica per Pechino

default_image

  • a
  • a
  • a

Al quarto giorno di competizioni di questa 12esima rassegna iridata, il bronzo di Cristopher Sacchin sblocca lo zero periodico dal medagliere azzurro. Al Melbourne Sports Aquatic Center il tuffatore bolzanino riesce in una doppia storica impresa: vince una medaglia mondiale tra gli uomini, l'ultimo fu Giorgio Cagnotto nel 1978, e impensierisce non poco la coppia dei cinesi che a fine gara lo precederà ma di un distacco tutt'altro che abissale. Se a questo si aggiunge il record di punti, sfora il muro dei 441 con il personale che era fermo a 417, allora si può veramente parlare della gara della sua vita. Cristopher, per gli amici Prazzo, per altri O'Animal, ha condotto una finale perfetta e dopo la seconda serie di tuffi la classifica recitava Sacchin, Cina, Cina. Una lieve flessione nel terzo salto, in concomitanza con l'inserimento delle rotazioni all'indietro, e la rabbia agonistica dei cinesi, ristabilisce un ordine naturale che vede l'azzurro arrendersi solo contro tuffi da 90 punti. Sacchin però non si scoraggia e continua a tenere botta, sia nei confronti di Luo Yutong che del suo connazionale He Chong. Negli ultimi due tuffi mentre gli altri sbagliano l'azzurro migliora, e il bronzo, che lo inserisce di diritto nel gotha del circuito mondiale della specialità, diventa una certezza matematica. Alla fine sarà Cina, Cina, Sacchin ma resta comunque un sogno realizzato. «Non riesco a spiegare l'emozione che sto provando — sono le prime parole dell'azzurro dopo l'impresa mi si è azzerata la salivazione. Sapevo che sarebbe stata dura inseguire i cinesi, ma ci sono riuscito. Quel bronzo mi ha cambiato: ho imparato a gestire la tensione, a ottimizzare l'esplosività delle mie gambe». Ora c'è solo un neo per il carabiniere: «L'assenza del trampolino dalle gare olimpiche». Per continuare con i tuffi, la piattaforma femminile non ci regala stesse soddisfazioni, anzi, il dispiacere giunge anche prima della finale, dalla quale resta fuori Tania Cagnotto. Valentina Marocchi invece c'è ma non può concorrere per l'unica medaglia a disposizione, quel bronzo che è tutto ciò che resta quando gareggiano le cinesi. L'azzurra finisce decima con in tasca la qualificazione per Pechino, mentre la tedesca Steuer si sistema sul gradino più basso del podio. Per il nuoto sincronizzato la finale del programma tecnico per la squadra va secondo pronostico. Prime le russe, non perdono una competizione dal '98, seconda piazza per le giapponesi ancora sopra alla Spagna. L'ottima esibizione della squadra azzurra vale, come al solito, il settimo posto nella classifica generale. Per quel che concerne il nuoto in acque libere, gli uomini erano chiamati a replicare alla fatica delle ragazze nella 10 km, nelle acque «inospitali» della Baia di Port Philip. Ancora una volta colpi proibiti e meduse penalizzano i nostri ragazzi che concluderanno al 15esimo, Valerio Cleri, e al 23esimo posto, Andrea Righi. Oro e bronzo per i russi Dyatchin e Drattsev, tra di loro il tedesco Lurz. E poi il Setterosa. L'impegno delle ragazze di Maugeri è reso ostico solo dal regolamento cervellotico in vigore. Dopo il pareggio all'esordio con l'Ungheria, per decidere il primo posto, che consente di passare ai quarti e saltare un turno, conta la differenza reti. Le magiare vincono di 10 sulla Nuova Zelanda, noi di 12 (17-5) su Cuba. In quei due gol c'è tutto il vantaggio a nostro favore, a una gara dalla fine e giocando dopo di loro. Oggi il programma prevede come evento di cartello la finale del tecnico del nuoto sincronizzato. Gli occhi di tutti saranno per il ritorno di Virginie Dedieu, decisa a difendere il suo titolo dagli attacchi della Ischenko e della Mengual. Per noi ci sarà Beatrice Adelizzi. Giornata di preliminari per i tuffi, sia per i 3 metri sincro (Tommaso e Nicola Marconi), che da 1 metro (Noemi Batki e Maria Marconi).

Dai blog