Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di LUIGI SALOMONE BENEDETTE vittorie, medicina di tutti i mali calcistici e di spogliatoio.

default_image

  • a
  • a
  • a

E lo stesso talento macedone racconta il suo momento magico: «Quando si vince, va tutto bene. Nelle ultime due partite abbiamo giocato molto bene e conquistato sei punti fondamentali. Merito del modulo? Lo spartito è cambiato ma i giocatori sono gli stessi. All'inizio del campionato stavo bene ma non riuscivo a segnare perché il mister mi faceva giocare da mezzo centrocampista e mi mettevo al servizio della squadra. Ora con Mauri in quella posizione, noi attaccanti rimaniamo in zona d'attacco e lui dà una mano al centrocampo, va bene così anche perché gli avversari non si aspettano l'uomo tra le linee e vanno in difficoltà». Parentesi riservata al futuro. In estate il suo nome è stato accostato all'Arsenal e Pandev tiene a chiarire il suo punto di vista: «Penso solo alla Lazio. Quelle voci che erano uscite erano soltanto bugie perché io non avevo parlato con nessuno. Voglio rimanere nella Lazio a vita e vincere qualcosa di importante». E già da questa stagione è fin troppo chiaro il traguardo che vuole raggiungere la creatura di Rossi. Pandev è ottimista: «A livello di squadra possiamo arrivare in alto e speriamo nella Champions League ma dovremo lottare contro Milan, Fiorentina e Livorno. Poi spero in una caduta del Palermo. Personalmente vorrei arrivare almeno a dieci gol. Non sono mai sicuro del posto e per questo mi alleno sempre al massimo. Però è vero, non sono più sotto pressione come l'anno scorso». Del resto senza Di Canio c'è meno concorrenza in quella posizione del campo. Vuole anche spiegare in modo definitivo il motivo per cui, al rientro dalle convocazioni con la sua nazionale, sbaglia sempre partita. Non si tratta però di nulla di illecito e il macedone si giustifica: «Tutti dicono che torno stanco quando rientro della gara con la nazionale ma non crediate che sia facile andare e tornare in pochi giorni. Il derby? Ci pensano tutti ma c'è prima l'Ascoli. Sarà importante vincerlo, non conta chi segna. In ogni caso vorrei giocarlo da titolare visto che non mi è mai capitato». Domenica scorsa ha giocato in coppia con Makinwa e Pandev è soddisfatto dell'intesa che comunque deve essere ancora migliorata: «È fortissimo, con lui mi trovo molto bene, come con tutti gli altri». Tanto per ribadire che Tommaso Rocchi rimane il suo partner ideale. Infine il cucchiaio. Il suo è sicuramente meno famoso di quello più televisto di Totti, ma a Pandev va bene così: «Mi viene naturale ma adesso penso a fare gol in casa come viene viene. Mi manca segnare all'Olimpico. Contro l'Ascoli dobbiamo vincere per forza per andare tranquilli a Firenze. E poi c'è il derby».

Dai blog