
MILANO — «Si scontrano due concetti di calcio tra Bayern e Milan: uno legato alla forza e all'aggressività ...

Chi prevarrà in questo senso prevarrà in campo»: così Carlo Ancelotti analizza la gara alla vigilia del ritorno degli ottavi di Champions in programma stasera a San Siro (20.45, Italia1). All'andata è finita 1-1 e i rossoneri hanno un piccolo vantaggio da gestire. «Contro il Bayern — osserva il tecnico — abbiamo i 90' passati che ci servono come esperienza per affrontare bene questa partita. Abbiamo un piccolo vantaggio importante, come è importante poterlo gestire in casa con il nostro pubblico, che sarà una componente determinante». Chi giocherà in attacco? «Il vero nodo è Gilardino o Inzaghi accanto a Shevchenko? Io ho già deciso - mette in chiaro Ancelotti - non ho alcun dubbio». Come tenere a bada il più pericoloso dei loro, Ballack? «Dobbiamo cercare di impedirgli di entrare in partita limitando le sue qualità ovvero gli inserimenti sottoporta». Tra i convocati c'è anche Ambrosini assente a lungo per infortunio. Pippo Inzaghi in campo o in panchina carica i rossoneri: «Questo è un momento molto positivo per m e questa è la cosa più importante, indipendentemente dai gol. La concorrenza con Gilardino e Sheva? Credo che il Milan sia fortunato ad avere tre attaccanti così, compreso Gilardino, che in integrano alla perfezione e che hanno dimostrato di poter giocare l'uno con l'altro, in qualsiasi combinazione». Tra i 3 però, Ancelotti dice spesso che Inzaghi è quello che sa inserirsi meglio a partita iniziata. «Non mi piace molto che si dica che sono bravo a giocare a gara iniziata, perchè credo di poter giocare bene dall'inizio». Sull'altro fronte Michael Ballack non ha dubbi: «Col Milan vinciamo noi», il gioiello del calcio tedesco corteggiato da mezza Europa, dal Chelsea al Real Madrid all'Inter, ha risposto così a Milano nella conferenza stampa di vigilia di quella che è considerata in Germania una finale anticipata di Champions League. «Il Bayern ha nel cuore la finale di San Siro del 2001 — ha detto il giocatore — ancora ci commuoviamo pensando a quella sera, anche coloro che non c'erano. Vogliamo ripetere l'esperienza».
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