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Anche senza Peruzzi non è vietato fantasticare

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Ma diventerebbe meno arduo accantonare rancori e rivendicazioni in presenza del miracolo a Milano che ora quasi tutti escludono, come risultasse fisiologicamente inevitabile normalizzare tra poco il mondo rossonero capovolto dopo appena tre turni di campionato. Tutto sottosopra, e Angelo Peruzzi è rimasto a casa causa i soliti acciacchi, mentre Gilardino, Sheva e gli altri già pregustano il gusto del ricongiungimento senza ricavare turbamenti dagli ultimi tentativi biancocelesti nel loro stadio, quando il diavolo vinse proprio agli sgoccioli in rimonta anche grazie all'omessa espulsione dell'ex Stam nel momento nevralgico della sfida. Altri tempi, dove pareva impossibile vanificare l'opulenza berlusconiana e immaginare lo sperpero traumatico di Istanbul, da cui forse provengono i problemi di Ancelotti. Che comunque resta in una situazione invidiabile per abbondanza di campioni e varietà di soluzioni tecnico-tattiche, come lascia intendere Delio Rossi senza piangersi addosso, senza accettare il ruolo di vittima designata. L'impressione è che a questa Lazio tutte le critiche arrivino in maniera ovattata. Le incomprensioni fra l'inaccontentabile frangia della tifoseria che vorrebbe l'impossibile e il presidente tuttologo sembrano non aver minimamente scalfito Formello. A Milano i capitolini si presentano apparentemente in salute, e con i 7 punti accumulati in graduatoria si ritrovano a fare quasi le veci del Milan, che invece occupa una posizione di classifica che prima dei 270 minuti fin qui disputati si ipotizzava toccasse ad altri. Magari proprio alla Lazio, che invece ha avuto la capacità di mantenere il passo e la media inglese contro avversarie che disputano lo stesso campionato. Quello dei poveri. I romani tentano l'impresa, ma diventa inevitabile questa sera, senza voler azzardare pronostici, dover ipotizzare una prestazione squillante per tenere ancorato il Milan a posizioni tutt'altro che da Champions. Nonostante la ventilata bufera legata al nome di Ancelotti, e la crisi di gioco del povero vecchio diavolo. Perché fare a meno di Angelo Peruzzi alla Scala del calcio equivale a una partenza ad handicap. Giocherà invece Rocchi in coppia con l'ex rossonero Di Canio, il veneziano può sfruttare i «tagli» in verticale che hanno annichilito il derelitto Treviso. Con un arma in più, questa volta, che risponde al nome del rientrante Liverani. I biancazzurri salgono a Milano per azzardare l'oltraggio di lesa maestà. E, magari, da domani, cominceranno a guardare le successive quattro sfide di campionato (Palermo, Udinese, Fiorentina e derby ) in maniera meno preoccupata. Nel calcio bisogna sempre aspettare l'inaspettabile.

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