Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di LUIGI SALOMONE TANTI dubbi e poche certezze.

default_image

  • a
  • a
  • a

Sarà un atto di fede dei tifosi, quasi un obolo donato alla squadra del cuore perché dal punto di vista finanziario c'è poco da stare allegri se non interverrano i soci di riferimento e se nessun imprenditore entrerà nella società nei prossimi giorni. Il fabbisogno del club fino al 30 giugno 2004 è stimato in 80 milioni di euro, «ritenuti sufficienti a consentire l'iscrizione della prima squadra alla Serie A». Per il 2004-2005, si legge nel prospetto pubblicato, la Lazio prevede invece un fabbisogno finanziario di 96 milioni di euro, di cui circa 87 saranno destinati all'adempimento degli obblighi previsti dalla sanatoria fiscale e degli oneri fiscali scaduti al 31 dicembre 2003. Quindi servono 80 milioni per andare avanti con grandi probabilità di dover ricorrere a una nuova immissione di denaro fresco nelle casse sociali tra qualche mese. Se l'aumento di capitale venisse sottoscritto in misura non sufficiente a garantire l'iscrizione al campionato 2004-2005 e, quindi, a garantire la continuità aziendale, «i sottoscrittori, aderendo all'offerta, nonchè coloro che abbiano acquistato le azioni della Lazio sul mercato secondario potrebbero perdere, in una eventuale fase liquidatoria, l'intero investimento effettuato», precisa il prospetto informativo, ricordando che all'origine dello stato di crisi societario di trovano diversi fattori, dalla recessione che ha investito l'intero settore del calcio in Italia, al fallimento del piano di salvataggio del Gruppo Cirio, passando per il prolungarsi della negoziazione con l'erario per ottenere una congrua dilazione in merito al pagamento dei debiti tributari della società. Intanto lunedì il titolo tornerà ad essere quotato e c'è grande attesa sulla reazione del mercato chiamato a sottoscrivere per la larga parte l'aumento. Già, perché solo Capitalia e Bnl hanno dato la loro adesione formale mentre Ricucci e Ligresti, gli attuali soci di riferimento, tentennano. Insomma i tifosi restano col fiato sospeso anche perché gli altri imprenditori contattati finora (Lotito, Polegato, cordate olandesi e canadesi) hanno declinato l'invito di Masoni e Longo. A proposito, l'amministratore delegato si è detto anche pronto a firmare una sorta di contratto con gli azionisti-tifosi, proprio come Berlusconi. Masoni ha anche provato a parlare di futuro: «Mancini è il nostro faro, ma bisognerà attendere l'esito dell'aumento per poter programmare con più chiarezza». Il progetto tecnico resta quindi in stand-by ma adesso è l'ultima delle preoccupazioni dei diririgenti. Qualche buona notizia arriva dal fronte giocatori: Liverani, Giannichedda, Mihajlovic e Sereni hanno seguito l'esempio di Mancini. Parteciperanno all'aumento di capitale con una mensilità e si ridurranno il 5% dello stipendio. Altri sono pronti ad imitarli nelle prossime ore. Infine è vicino l'accordo con Sky che porterà 70 milioni di euro nel biennio 2005-2007. Una goccia nel mare. E a questo punto non resta che aggrapparsi allo stellone che ha sempre salvato la Lazio nei momenti peggiori. L'ultima speranza prima del Lodo Petrucci.

Dai blog