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di FRANCO MELLI RICORDO d'un campionato che il Milan stravince a quota ottantadue, imponendo ...

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Ricordo delle inadempienze arbitrali ( e dei loro assistenti) capitate soprattutto nel destino laziale, come sintetizza l'amaro sesto posto raggiunto dopo almeno dieci punti sacrosanti sottratti ai manciniani. Ricordo dello sprint verso gli ultimi verdetti, dove Moratti non può fallire l'obiettivo minimo per giustificare i troppi miliardi spesi e (forse) Zaccheroni. Certo, pure Prandelli meriterebbe l'aggancio-Champions League più dei nerazzurri, ma il sign. Farina sorvola agli sgoccioli dentro l'area-Toldo su un rigore che rischierebbe di vanificare le precedenti prodezze griffate Adriano. Visibile lo sgomento causato dal furbo Stankovic al borseggiato Vannucchi, cui un po' di giustizia farebbe buon sangue prima della retrocessione aritmetica. Invece niente. Invece è scritto che debbano soccombere 3-2, fra pali, danni e beffe romanzesche, i poveri empolesi, con tanti saluti ai diritti trasversali del talento parmigiano, cui lo strepitoso Gilardino aggiunge quattro variegati sigilli. Ciò significa accumulare ventitré reti e scavalcare l'assente Totti nella graduatoria dei cannonieri, subito dietro Shevchenko. Poi, affascinare il Trap nell'imminenza degli europei portoghesi, quando l'astro nascente tornerà parecchio comodo. E queste prospettive vanno addirittura oltre i privilegi appena negati dentro lo stadio di Empoli: Gilardino, corteggiato dagli juventini, sa benissimo che il suo boom nacque dalla necessità di sostituire Adriano. Altri ricordi? Sì, nei nostri pensieri prevale la corsa sfrenata di Luciano Gaucci, il giro di campo per una mezza salvezza miracolosamente sradicata. Voleva ritirare la squadra, ossessionato dal presunto accanimento dei fischietti «carrariani» , e assapora l'emozione del doppio spareggio-salvezza, fissato il 16 e 20 giugno contro la sesta (Piacenza? Fiorentina?) di B. Sembra una favola, che mister Cosmi e il risorto trascinatore Ravanelli anteporranno ad ogni loro avventura. Basta avere fede, pure quando le avversità straripano.

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