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La gioia di Todt: vittoria strepitosa Montezemolo: «Me lo aspettavo»

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Michael Schumacher ha accolto così l'ennesimo trionfo. Felice come un ragazzino, raggiante come un pilota che vince, tranquillo come un uomo in pace con se stesso. Sul podio di Melbourne Schumi ha cominciato anche il 2004 col suo ormai celebre salto. L'energia di un ventenne accanto alla consapevolezza di aver disputato una gara sontuosa. Unica imperfezione di questo perfetto momento australiano, l'assenza di sua moglie Corinna: «Solo se mia moglie fosse stata qui questa giornata avrebbe potuto essere, se così si può dire, "più perfetta". Ma i bambini a casa hanno bisogno della loro mamma più di quanto non ne abbia io qui, e questo è il motivo per cui lei non c'è». Forse anche perchè, secondoindiscrezioni ella stampa tedesca Corinne sarebbe di nuovo incinta e pronta a dare a Michael il terzo figlio già in agosto. Un dettaglio, forse, una concessione ai sentimenti. Ma che nella perfezione assoluta raggiunta oggi dal pilota Schumacher dettaglio non è, ma fondamento del suo equilibrio. «Il risultato di oggi (ieri, ndr) è frutto di una prestazione perfetta. Perchè la F2004 è andata benissimo, perchè in una sola gara ho fatto più punti che nelle prime tre della scorsa stagione, perchè questo è un team unico. Vedete, non è solo questione di professionalità, è questione di 'essere Ferrarì». Dunque questione, anche, di passione, di amore per il proprio lavoro. «Sul piano personale non devo più vincere per i record - ha aggiunto Schumi - ma voglio vincere perchè mi piace. Amo questo sport, mi piace la competizione, lottare per la vittoria. E amo questa squadra. Tutto ciò mi consente di non sentire più la pressione del passato». Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un uomo felice consapevole di essere dentro a un momento perfetto che dura ormai da anni. «Dopo i test invernali, e dopo le prove di venerdì scorso - ha spiegato Schumacher - sapevo che in gara saremmo stati competitivi. Ma non mi aspettavo di esserlo a tal punto». Detto questo, è presto per cantare vittoria: «Forse ci hanno agevolato le basse temperature, ma la Bridgestone ha fatto un lavoro eccezionale. Ora andiamo in Malesia, dove farà caldo. Si capirà meglio a che punto siamo». Un punto che, a giudicare dal suo sorriso, è parecchio avanti rispetto agli altri indipendentemente dal risultato di Melbourne: «La nuova macchina è un passo avanti. L'ho capito fin dal primo giorno che l'ho provata. È più facile da guidare rispetto alla GA, è una macchina fantastica». Se la aspettava una prestazione simile da parte di McLaren e Williams? «Non so dire cosa sia successo, ma è lì da vedere, parla il risultato. Io però ero in macchina a guidare la Ferrari, non so che tipo di corsa mio fratello e Montoya abbiano avuto. So solo che Raikkonen ha rotto il motore. Ma ogni corsa è una storia a se». E Alonso? «Credo che sia nella posizione perfetta per essere candidato al titolo. Ha una macchina forte, lui è un pilota veloce e poi, lasciatemelo dire, è anche un bravo ragazzo. Ma dire dopo una sola gara che è lui l'alternativa alla Ferrari sarebbe scorretto, è troppo presto». Vista la situazione degli avversari, l'unico vero rivale di Schumacher pare essere, dati alla mano, Rubens Barrichello: «Ha guidato sui miei ritmi, nei primi giri premeva forte e io sono stato costretto a spingere al massimo per tenerlo dietro, rischiando così di fare errori». Al settimo cielo anche Jean Todt. Non è sua abitudine usare termini altisonanti. Ma dopo la gara di Melbourne anche lui, per una volta, si è lasciato andare: «Prestazione grandiosa, una gara da sogno». La doppietta delle rosse ha riempito di legittimo orgoglio il cuore della Ferrari e del suo direttore generale. Perchè è venuta in termini perentori, lasciando gli avversari a oltre un minuto. «Il risultato di oggi, lasciatemelo dire, è un risultato grandioso — ha detto — e oggi voglio ringraziare tutta la Ferrari, dal presidente Montezemolo a tutti coloro che hanno lavorato duramente per raggiungere questo risultato. Voglio ring

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