Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dopati tre italiani su cento

Esplora:
default_image

Non solo ciclisti e calciatori: in tutte le discipline si assumono sostanze proibite Nel mirino l'abuso di sali minerali. Nel 2003 positività cinque volte maggiore

  • a
  • a
  • a

Oltre ai ciclisti, gli atleti e i calciatori, fanno ricorso a sostanze che aumentano le prestazioni, ma rovinano il fisico, anche i culturisti e gli appassionati di tiro al volo e sportivi della domenica. Il tre per cento degli italiani, esaminati dalla commissione di vigilanza sul doping, utilizza sostanze stimolanti proibite. Si tratta di una cifra che, però, non da un'idea delle dimensioni effettive del fenomeno. Il numero dei controlli effettuati non è, infatti, in relazione al numero reale dei praticanti. Oltre agli stimolanti dobbiamo aggiungere il pericolo di sostanze illecite, farmaci non vietati, ma che possono dare positività ai test anti-doping, l'abuso d'integratori di proteine e sali minerali. Nel primo anno d'attività di controllo la commissione ministeriale antidoping nel 2003 ha compiuto 735 controlli su 34 federazioni sportive. Senza alcun ritegno è addirittura il comportamento dei praticanti gli sport minori. Cibi che «pompano» i muscoli sono in circolazione, senza nessuna indicazione dei dosaggi con conseguenti rischi, ad esempio, per i reni. Rispetto ai controlli precedenti, l'utilizzo di queste sostanze sembra in crescita. I controlli antidoping del Coni e delle federazioni sportive nazionali negli anni 2000, 2001 e 2002,infatti, hanno dato percentuali di positività rispettivamente dello 0,9%, dello 0,8% e dello 0,6%. Dalle verifiche realizzate nel 2003 dal ministero della Salute, ha spiegato Giovanni Zotta, presidente della commissione di vigilanza sul doping, é stata riscontrata una percentuale di positività cinque volte maggiore. I fatti hanno dimostrato che il doping è realmente diffuso in tutte le discipline. Il 14% dei controlli sono stati eseguiti sulla Federazione Italiana Gioco Calcio. Nella federazione italiana triathlon, su quattro casi esaminati due sono risultati positivi. Ma le gare di triathlon nelle sue varie forme( ironman e simili) riuniscono anche centinaia di partecipanti. La federazione italiana pesistica e cultura fisica, ha fatto registrare 4 casi positivi su 16 controlli. Casi di doping sono stati registrati persino nella federazione italiana tiro a volo e nella federazione italiana gioco squash. Proprio per questo motivo è stata creata la lega anti doping mondiale che sta fissando le regole di questo fenomeno. L'indagine che ha portato alla scoperta del fatto che l'Italia è la maggiore esportatrice di anabolizzanti per culturisti è partita proprio dalla denuncia di una mamma in Val D'Aosta, preoccupata dalle fialette trovate nella borsa del figlio diciottenne. Adesso il problema è quello di adeguare la legislazione italiana, stabilendo regole precise, a quanto è determinato dall' organizzazione internazionale. Ma, come ha detto il generale Borghini, comandante dei NAS, la «depenalizzazione del doping sarebbe per i carabinieri ìpeggio di una disgrazia in famiglia» perché consentirebbe agli spacciatori di sostanze proibite di muoversi con maggiore facilità tra le maglie delle leggi amministrative. Ricorderemo soltanto che, dopo i controlli effettuati al giro d'Italia del 2001, quando dalle finestre degli alberghi piovevano siringhe e fialette, con oltre cinquecento confezioni di sostanze proibite sequestrate, non è stato ancora possibile fissare nessuna udienza.

Dai blog