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San Marino, assalto finale

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La cordata di San Marino prepara l'offensiva finale per materializzare le «concretezze necessarie» in vista dell'ingresso nel club biancoceleste. Nelle prossime ore è in programma una riunione decisiva: l'avvocato Riccardi, procuratore speciale del gruppo, riunirà i suoi più stretti collaboratori per dare il via alla fase finale della scalata. L'ultimatum dei 40 giorni, dato all'attuale dirigenza, non sarà quindi scandito dal silenzio ma da una serie di iniziative legali destinate a garantire il controllo della società. «Il signor Masoni dice che si aspettava maggiori concretezze? Sarà accontetato, ma nell'ultima conferenza stampa siamo stati chiari. Abbiamo parlato di potenzialità giuridiche e di un ultimatum ben preciso. Ora andremo avanti e adiremo le vie legali anche contro la Consob per la comunicazione via-fax ricevuta il giorno prima dell'assemblea biancoceleste: una richiesta infondata, una palese forzatura nei confronti del sottoscritto. Prima di rivolgersi a un avvocato, la Consob avrebbe dovuto accertare le eventuali violazioni commesse dai diversi soggetti», sottolinea l'avvocato Riccardi, che specifica anche la posizione della cordata in merito a Mancini. «Colgo l'occasione per specificare che il mio invito non era rivolto al tecnico ma al dirigente nell'ambito del discorso relativo a tutti i contratti Gea». Insomma è braccio di ferro. Stavolta non esistono più rinvii: i tre investitori che si celano dietro il gruppo vogliono accelerare i tempi della trattativa. Nei piani sanmarinesi l'Ubs di Zurigo, con la complicità dell'armatore di Alinghi, Ernesto Bertarelli, è chiamata a scalzare Capitalia. L'altro punto di riferimento bancario sarà costituito dal Monte dei Paschi di Siena. La cordata possiede un numero importante di azioni biancocelesti, ma la Lazio, ufficialmente, attende comunicazioni Consob e guarda avanti senza contemplare la presenza dei tre investitori. I tifosi hanno preso posizioni e sono preparano un sit-in contro Capitalia. I giocatori, infine, sono alla finestra e il piano-Baraldi rimane un interrogativo grande così. Difficile ipotizzare una adesione collettiva alla proroga: con queste premesse si veleggia verso l'assemblea del 17 gennaio. E con la consapevolezza che il futuro non potrà più aspettare.

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