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«È ASSURDO parlare di complotti contro il Perugia.

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È interesse della federcalcio che tutto funzioni». Il designatore Pierluigi Pairetto ha risposto così alle nuove accuse di Luciano Gaucci che dopo Lazio-Perugia ha gridato al «complotto» ai danni della sua squadra. Pairetto ha ammesso che «all'inizio del campionato c'è stato un episodio in cui è stata concessa una rete irregolare contro il Perugia, ma gli altri episodi contestati dal Perugia sono contestabili. Errori arbitrali - ha concluso - ci sono settimanalmente, però agli arbitri non è mai permesso di sbagliare: basta un errore e vengono bollati, marchiati». Su Gabriele: «C'è stato un errore ma non si può dire che il campionato sia falsato. Le migliori arrivano sempre prime, le peggiori retrocedono. Non abbiamo ancora valutato...». Rivedendo l'episodio del gol di Trezeguet alla moviola Pairetto ha giustificato Gabriele dicendo che «in questo caso l'arbitro è rimasto sorpreso». E ha aggiunto: «La palla andava messa nel punto in cui era stato commesso il fallo». Il Modena però non ha gradito, anzi ha ricusato l'arbitro di Frosinone. «Riteniamo giusto - ha fatto sapere il vice-presidente Doriano Tosi - intraprendere questa strada perché contro di noi le sue direzioni sono sempre al limite della provocazione. Ci sentiamo vittime del sistema». Sull'argomento è intervenuto anche l'ex designatore Casarin. «Su un fatto concordo pienamente con Gaucci, il presidente del Perugia è il presidente di uno dei 18 club di serie A, che ha diritto ad avere Collina esattamente quanto la Roma, il Milan, la Juve e gli altri... Qui c'è una ghettizzazione al contrario, dei grandi arbitri solo sui grandi club. Ma stiamo facendo una competizione sportiva e gli arbitri sono al servizio di tutti: non c'è il tram per le grandi squadre e il tram per le piccole. I tram devono essere tutti uguali». E Casarin osserva: «Per oggi lasciamo perdere i complotti. Ma l'aspetto psicologico nasce dopo: perché gli arbitri sono estremamente attenti a capire che vento tira, perchè hanno la necessità di difendersi. Non li difendo per spirito di casta». Il suggerimento di Spinelli, presidente del Livorno: «I calciatori ormai sono europei. Anche gli arbitri dovrebbero essere europei. Perché indubbiamente c'è un condizionamento verso le grandi squadre. E non da oggi... D'altra parte giocare a San Siro davanti a 80.000 spettatori, a Napoli, con la Juventus o con l'Inter... Se si avessero arbitri europei, non condizionati da nessuno, si potrebbe ritrovare l'equilibrio che ormai manca».

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