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MOTO: ROSSI HA ORMAI IPOTECATO IL MONDIALE MA NON VUOLE FERMARSI

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E neppure quel vento teso che spazza le coste lusitane e che con Valentino Rossi è stato il grande dominatore del GP del Portogallo. Sono segni molto meno delebili dei castelli di sabbia quelli che Valentino Rossi ha marcato all'Estoril con la quinta vittoria stagionale. Esultando più per quel sorpasso e il distacco rifilato all'odiato Max Biaggi, che Rossi ha definito «una vera libidine, la cosa più bella che ho fatto in gara», che per il vantaggio nel mondiale. Un divario ormai arrivato a 46 punti da Sete Gibernau. Un margine che ha assunto i connotati di una crepa, considerando che lo spagnolo non è poi sempre così temibile e che Max Biaggi di lunghezze ne paga ben 76. Rossi potrebbe tirare i remi in barca e laurearsi campione del mondo, per la terza volta consecutiva tra 500 e MotoGP, a suon di piazzamenti. Ma non fa più i conti il re folletto del Motomondiale che ha ripetuto di «aver fatto un pò di errori e troppi calcoli prima di Brno», di essere stato distratto. «Avevo perso il vero senso delle corse. Sono tornato concentrato, voglio vincere più gare possibili». Non fa per lui il ruolo di ragioniere ed è questo il Valentino che tanto piace ai tifosi spalmati ai quattro angoli del globo. Anche a Suguro Kanazawa, gran capo del colosso Honda, che da mesi mastica amaro anche senza inzuppare il sushi nella soia. Era venuto da Tokio ad Assen per la fatidica firma, atteso invano il successivo rinvio a Brno. Con un nulla di fatto se non quella «memoria d'intesa - ha riferito Kanazawa - siglata con Rossi al 90 per cento». Per perfezionare l'accordo, che Honda vuole biennale, manca «un 10 per cento di dettagli importanti». Si parla non tanto di supremazia tecnica, ma di ingaggio e disponibilità extra del pilota come testimonial. Non sarà facile trovare un accordo.

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