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Toti rilancia: «Peccato ma il futuro sarà nostro»

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Ed uscita dei giocatori della Skipper in maniera che definire poco elegante è eufemistico. Troppi medi alzati in un gesto offensivo di stile anglosassone, troppe parole urlate verso la tifoseria di casa. Tanto che una piccola censura è arrivata anche dal tecnico Repesa. «Sono d'accordo che si poteva usare maggiore educazione e rispetto verso gli sconfitti». È andata in finale la squadra più forte? «Non credo. Ma quella più abituata a giocare partite di grande intensità a due giorni di distanza». Si allinea il presidente Claudio Toti. «Se a luglio mi avessero detto che saremmo potuti arrivare qui, ad un passo dalla finale ed in Eurolega, avrei firmato. Dieci minuti prima della partita no. Ma sono grato a questa squadra. Ha riacceso l'entusiasmo di Roma. E da questo ripartiremo». Arbitri sul banco degli imputati? «Alcuni fischi, specie nel finale, non li ho capiti. Sono stati un fattore determinante, ma non l'unico». Pronto a ripartire? «Certo. Faremo una squadra più forte. Cinque dei giocatori della nostra rosa non avevano sulle spalle esperienze tali per reggere lo stress di questi incontri. Brunamonti e Bucchi sanno dove dovremo mettere le mani». Bucchi della partita vuole dire poco. «Parlare di un episodio non renderebbe onore a questa grande stagione». Ha un sassolino nella scarpa. «Dico che nell'ambito di un arbitraggio fiscale non sempre ho visto lo stesso rigore nelle scelte prese». Si riferisce alla violenta tamponata con cui Skelin ha messo ko Jenkins, consentendo a Guyton il tiro da 3 che ha rimesso in piedi la Fortitudo? «Certo, Jenkins è in ospedale, ed il motivo è chiaro». Il coach riminese spiega poi la scelta finale, quando in parità ha deciso di mandare Delfino in lunetta per gestire l'ultimo pallone. «Abbiamo deciso di fare fallo sul più giovane ma non è andata bene». Chiude con un grazie. «A questi ragazzi eccezionali. Siamo in Eurolega e pronti a dire la nostra anche nella prossima stagione». F. Fab.

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