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Capello arbitro del tricolore: «Giocheremo senza fare sconti. Puntiamo solo alla Coppa Italia»

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«Lo scudetto? Decidiamo noi»

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Mai come ora. Mancano sette gare alla fine della stagione i giallorossi, senza ormai più velleità in campionato, sono la vera mina vacante per le grandi ancora in corsa per il titolo. Lo scudetto quindi, passa di nuovo per Roma, dopo che lo scorso anno, proprio la Lazio all'Olimpico il 5 maggio, fermo l'Inter regalando lo scudetto alla Juve di Lippi. Il pareggio di domenica sera a San Siro, ha fatto balenare, anche se per un nanosecondo, lo spettro dell'ennesima beffa negli occhi dei nerazzurri di Cuper. Due volte sarebbe troppo anche per il tacito Moratti. Capello è consapevole dell'ottimo momento che sta attraversando la «sua» Roma, ma fa orecchie da mercante. «L'unico nostro obiettivo resta la Coppa Italia» continua a ripetere a ritornello. Ma domenica prossima c'è il Parma all'Olimpico, quindi la Juve a Torino, poi il Milan. Passaggi chiave per lo scudetto e per un posto in Europa. «Dobbiamo giocare ancora con Milan e Juve - spiega il tecnico giallorosso — ma dobbiamo pensare soprattutto a noi stessi. La partita più importante per noi sarà quella con la Lazio, quando ci giocheremo la finale di Coppa Italia che è l'unico obiettivo che ci è rimasto. Per lo scudetto sono in lotta squadre importanti, le affronteremo nella stessa maniera. Siamo la mina vagante del campionato». Più pacato quando si parla di Europa. «Credo che se giocheremo come contro l'Inter tutti dovranno fare i conti con noi, però siamo un po' lontani». Anche se il pareggio con l'Inter continua ad andargli stretto. Non lo nasconde e rilancia la sua Roma per gioco, qualità e voglia. «Psicologicamente è un pareggio che a noi serve. Certo, pensavo di poter vincere, invece ad un certo punto stavamo perdendo, potevamo vincere ancora e poi perdere sul palo di Batistuta. Per noi comunque adesso è importante sapere di esserci. Sono contento per la qualità del gioco espresso, soprattutto per la quantità di occasioni create, anche se ancora una volta abbiamo commesso errori in difesa, specie sul loro secondo gol. Però resta il fatto positivo che abbiamo reagito, dimostrando l'orgoglio della grande squadra». Il domani è Cassano Una grande squadra che oltre al presente pensa già al futuro. A Trigoria fine stagione ci saranno diverse partenze, ma anche molte conferme. Capello ha ben chiaro in mente su quali uomini puntare: tra questi uno per tutti, Cassano. «Antonio ha un potenziale enorme, deve continuare a lavorare come sta facendo adesso. Dobbiamo aspettarlo, senza osannarlo troppo quando fa bene e senza criticarlo troppo quando invece fa meno bene». Come dire, è una nostra scommessa per il futuro: noi ci crediamo. Il destino di Capello Tutto più o meno stabilito a questo punto, anche sul futuro di Capello. IL tecnico giallorosso resterà alla Roma, anche se il tanto atteso incontro con Sensi ancora non c'è stato e non sembra, almeno al momento, nemmeno in programma. «Si è detto tutto e il contrario di tutto — spiega Capello sull'argomento — ma la mia intenzione, comunque, è quella di rimanere a Roma. Moratti? Credo sia un grande presidente, che cerca sempre di fare grandi squadre. Nel calcio si parte tutti per vincere, ultimamente l'Inter ci è andata vicino molte volte. E qualche volta c'è stata qualche partita discutibile come nel finale dello scorso campionato». Senza Cafu cambia Roma Ma nel futuro della Roma non ci sarà più una pedina fondamentale, uno di quei tasselli rivelatosi decisivo soprattutto nell'anno dello scudetto: Cafu. Il brasiliano è ormai alla porta, la Roma continua d rispondere «picche» alle sue richieste e le parti appaiono lontanissime. «Lui è stato importantissimo per noi ma il problema Cafu — ammette Capello — esiste. Credo ci sia molta distanza fra le sue richieste e le offerte della Roma. Eventualmente potremo cambiare modulo, però gli esterni sono importantissimi per tutte le squadre, a partire dal Real Madrid, che ha Roberto Carlos, quello che secondo me è con Zidane il suo

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