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Sul piccolo schermo guerra e nuovi format conquistano lo share

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Maurizio Costanzo
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Bentrovati. Mi fa piacere riprendere «Buona tv a tutti». Spero che sia così anche per voi. Succede di tutto nel mondo, ma, puntuale, Costantino Della Gherardesca ha presentato i protagonisti del prossimo «Pechino Express». È un po’ uno «schiaffo» alla paura. Una voglia di dire che tutto va bene. È ottimo il lavoro che le radio e le televisioni stanno svolgendo nel seguire la guerra in Ucraina e i rischi che corriamo. Bravi gli inviati a Kiev che continuano a fare la diretta, pur se si sentono le sirene degli allarmi. Questi giornalisti televisivi mi ricordano, in passato, i grandi inviati di guerra che sfidavano una bomba o un colpo di mitraglia, pur di raccontare ai lettori quel che stava accadendo.

 

 

È incredibile come il telespettatore si affezioni a certi format e, nuovi o in replica, li segua sempre con attenzione. È il caso di Enrico Brignano con «Un'ora sola vi vorrei», su Raidue. Ma bene anche «Stasera tutto è possibile», con un ottimo Stefano De Martino e una compagnia di allegri compagni, da Francesco Paolantoni a Biagio Izzo. D'altra parte, De Martino aveva vissuto un'ottima esperienza, sempre su Raidue, con «Made in sud» insieme a Fatima Trotta. Retequattro si è specializzata in talk show da seconda serata, a mio parere con ottimi risultati. Penso a «Fuori dal coro», con Mario Giordano, a «Dritto e rovescio», con Paolo Del Debbio, a «Zona bianca», con Giuseppe Brindisi. Questo è l'ultimo arrivato, ma a mio parere fa un buon lavoro. Ci sono poi personaggi che con le loro idee diventano protagonisti, il che peraltro non è male. Cito, in proposito, Francesco Borgonovo, vice direttore de «La Verità».

 

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