Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gazzelle a Roma per tre imperdibili concerti: "Finalmente a casa mia"

Esplora:

Valentina Bertoli
  • a
  • a
  • a

Un nome storpiato da tanti, uno stile riconosciuto da tutti. Gazzelle torna a Roma, la città che l’ha partorito. Lo fa planando dall’alto e con un bagaglio arricchito dalla curiosità e dal coraggio delle prime volte, quelle già vissute e quelle ancora tutte da assaporare. Dopo aver stregato lo stadio Olimpico lo scorso giugno e aver calcato il palco del teatro Ariston a febbraio, il cantautore è pronto a conquistare la storica venue dell’Arena di Verona il 16 maggio. Intanto, il 3, il 4 e l’11 aprile, il fuoriclasse della scena indie accenderà il Palazzo dello Sport con tre live completamente sold out. «Finalmente questo tour gigante mi porta a casa mia. Mi tornano sempre in mente tutti i localini minuscoli dove ho suonato tanti anni fa, dove mi sono fatto le ossa e dove ho iniziato a sognare di riempire palazzetti e stadi», racconta. E il pensiero va ai tempi e ai modi della gavetta, a quando Flavio Bruno Pardini imbracciava la sua chitarra nei pub della Capitale e poco (o forse niente) immaginava della ventura ascesa fulminea.

 

 

Re delle ballatone, certo. Ma non solo. I suoi pezzi, che si incastonano in un panorama musicale in continua evoluzione, sono un piacevolissimo cocktail di sfumature britpop alla Oasis, grumosa nostalgia e piccole epifanie quotidiane narrate con associazioni di parole non convenzionali. Il tour, «Dentroxsempre», prende il nome dall’ultimo album: «Dentro», appunto. «È un disco che scende molto in profondità. La parte più grande di me è propensa alla malinconia e in generale alle sfumature di tutte le emozioni che esistono. Un disco di domande: non sono più un ragazzino, ma non mi sento neanche un adulto. Cambiano i pensieri e le priorità. Comincio a conoscermi meglio, mi chiedo cosa conta davvero nella vita. Mi rendo conto che è limitata, prima non ci pensavo. E quindi: la sto sprecando o la sto vivendo al massimo?», confessa il 34enne.

 

 

«Antistar» o «principino di Roma Nord» sono le etichette che in maniera più ricorrente gli vengono associate. Dal fondo, però, spunta una certa apertura alla giocosità che non può essere tralasciata. Aspetto, questo, emerso anche a Sanremo. Occhiali scuri? Sempre. Viaggi in pandino? Perché no. L’imprinting, quel fenomeno per cui ciò che si è appreso resta stampato nella memoria in modo indelebile, Gazzelle lo ha avuto nel luogo in cui è cresciuto e in cui oggi prova a riannodare il filo. La Roma che canta insieme a Noyz Narcos è insieme rifugio e attrito. «Per ogni momento che m’hai regalato. E tutte le notti che m’hai tolto il fiato. Per quello che hai preso, per quello che hai dato», scandisce l’artista. «Per quanto a volte mi fa un po’ arrabbiare, rimarrà sempre il mio posto preferito dove stare e dove cantare a squarciagola la mia vita. Spero di restituire tutto l’amore che ogni voltami viene regalato e per il quale sarò sempre comunque in debito», ammette Flavio alla vigilia dei concerti capitolini. Il conto alla rovescia per il «back home» è già partito e il pubblico non vede l’ora di riabbracciare «il figlioccio» esperto del tutto esaurito.

Dai blog