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Roberto D'Agostino, la sua "Roma santa e dannata" tra potere e festini

Francesco Fredella
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Mettetevi comodi e riguardate su RaiPlay "Roma santa e dannata", il docufilm di Roberto D'Agostino con Marco Giusti. Una fotografia unica della Capitale, un po' santa e un po' dannata (Luxuria definisce la città "una puttana"). 

Con la sua voce inconfondibile, i tatuaggi, gli orecchini e gli immancabili occhiali da sole, Dago racconta tutti i segreti della città eterna: dai monumenti alle feste (o meglio ai festini). Dai potenti atterrati a Roma (secondo D'Agostino è stato Berlusconi, negli anni, l'unico a romanizzarsi di più rispetto agli altri): Tronchetti Provera, Agnelli, il Cav, Craxi. Tanti. Troppi. I vip, i personaggi del jet-set che hanno vissuto Roma negli anni Settanta, Ottanta, Novanta e non solo. La location per il racconto è un terrazzo meraviglioso, vista Cupola, dove Dago davanti ad un drink chiacchiera con Verdone, Vanzina, Luxuria, Ceccherini, Vera Gemma e tanti altri. Tutti affidano un ricordo particolare dedicato alla Roma sempre meno ladrona e tanto "porcona" per dirla alla Dago (ci permetterà questo prestito linguistico).

Già, perché nei racconti spuntano anche i festini (con immagini censurate esclusive) che parlano di uno spaccato di città sempre in prima linea quando si parla di sesso. La Roma by night, quella che si spoglia, che toglie la giacca e la cravatta e mette i tacchi a spillo. E' quella, da sempre, la Capitale meno conosciuta, ma amata da tutti. E Dago con il suo sapiente sguardo, senza peli sulla lingua, ne racconta ogni sfaccettatura. La Roma del potere e dei potenti. La Roma del sesso. La Roma dei poeti. Roma che vive di notte, dove di giorno - Dago dixit - non bisogna agitarsi.

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