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Sanremo2023, appello di Sangiuliano e del centrodestra: “Ricordare le Foibe al Festival”

Gaetano Mineo
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E adesso dal palco di Sanremo si ricordino le vittime delle foibe. L’appello arriva dalla destra, scandito anche da alcuni ministri del governo Meloni. Come dire: caro Festival della canzone italiana, ogni tanto fai qualcosa di destra. E sì, perché il nostro Superbowl musicale oramai non ha più quella democristianità di una volta che non rubava mai la scena alle canzoni. Da un po’ di tempo a questa parte, la manifestazione è divenuta una passerella della sinistra dove si affrontato temi politici per colpire l’avversario e raccattare qualche consenso. L’ultima in ordine di tempo, lo strappo della foto del viceministro Galeazzo Bignami, in camicia nera, da parte di Fedez, comunicatore da milioni di euro. Atto di cui la stessa Rai ha dovuto prendere le distanze. Polemiche, attraverso le quali la sinistra cerca la tanto agognata unità. E senza riuscirci, neanche a Sanremo. Polemiche scatenatesi dal palco dopo l’intervento di Benigni sulla Costituzione, la partecipazione per la prima volta del presidente della Repubblica Mattarella, i monologhi di Ferragni sulle donne e di Fagnani sulle carceri. E ora è arrivato anche il turno di Paola Egonu, campionessa di volley, che nei panni di co-conduttrice ci annuncia che l’Italia sul razzismo «sta migliorando».

 

 

«Credo sarebbe un gesto importante che il Festival Sanremo dedicasse un momento proprio al Giorno del Ricordo» dice il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’esponente del governo Meloni ha rivolto l’appello direttamente agli organizzatori del Festival, come anche Maurizio Gasparri. Per il vicepresidente del Senato, si tratterebbe di «un segnale forte e un atto dovuto». Proposta condivisa anche da Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia: «Il Festival di Sanremo ha l’occasione di rendere omaggio a quegli italiani che, per tanti anni, hanno vissuto il dramma di essere esuli in Patria». Le proporzioni esatte della tragedia, ancora oggi, non hanno confini certi ma si stima che nel periodo tra il 1943 e il 1947 gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case siano stati almeno 250mila con circa 20mila vittime. Diverse migliaia tra queste - tra le 4mila e le 6mila - hanno perso la vita all’interno delle foibe: profonde cavità naturali tipiche delle aree carsiche, dove venivano abbandonati i corpi dei giustiziati.

 

 

Va ricordato che il 10 febbraio, «Giorno del ricordo» delle vittime delle foibe, è riconosciuto dalla Repubblica italiana grazie alla legge 92 del 30 marzo 2004 che istituisce il ricordo di uno degli avvenimenti più dolorosi, e spesso divisivi, della storia italiana. Ieri, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha fatto visita alla Foiba di Basovizza, a Trieste: «Vittime innocenti per motivi di ideologia o più semplicemente perché erano italiani». Mentre il premier Giorgia Meloni ha firmato il Dpcm che ha dato vita al Comitato di coordinamento per le celebrazioni. Dalle ore 18 di oggi all’alba di domani, Palazzo Chigi sarà illuminato con il Tricolore italiano.

 

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