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Belve, Paola Perego si sfoga con la Fagnani: marito e carriera. Chi c'era dietro la chiusura di "Parliamone Sabato"

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Giada Oricchio
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A "Belve", il programma di interviste di Rai2, venerdì 2 luglio, Paola Perego senza freni: “Chiusero Parliamone Sabato per eliminare politicamente un uomo Rai. Nessuna solidarietà da Laura Boldrini e Monica Maggioni. Alcune donne dello spettacolo fanno le amiche e poi mandano messaggi ambigui a mio marito. Andreotti? Pensavo fosse morto in diretta”.

La chiacchierata tra Francesca Fagnani e Paola Perego è in punta di sorriso e scorre placida se non fosse che il fiume dei ricordi ogni tanto impatta contro un sasso che la signora Presta si leva dal tacco 12. Esce il ritratto di una donna sopravvissuta alle proprie insicurezze, ai mostri invisibili disegnati dall’ansia e ai colpi bassi. La Perego si piace, ama i suoi piedi piccoli, odia pancia e voce, ha un ottimo rapporto con la chirurgia estetica, non si sente sexy e dice di essere una belva nascosta: “Ho una soglia altissima di tolleranza, ma quando esce la belva non controllo”.

Al di là di un’aria pacifica, che sembra farle da scudo, è abbastanza sincera. Le origini semplici a Brugherio non le hanno dato maggior tigna o fame per fare questo lavoro: “Ero timidissima e soffrivo di attacchi di panico, non c’era tutta questa determinazione. All’epoca ho avuto l’80% di fortuna, oggi all’80% credo di essere brava. Io sono in debito con la vita”. Il senso di colpa le ha condizionato tutta la vita, ma adesso non lo prova più ed è “una liberazione straordinaria”.

Avreste mai immaginato Paola Perego come Cosetta dei Miserabili? Ebbene lei si sentiva così. “Oggi la rivincita è tenere testa a quelle persone davanti alle quali per ansia e insicurezza facevo tre passi indietro. Avevo problemi con il potere, con le persone che mi davano lavoro – dice la presentatrice - ero in soggezione enorme, non trovavo le parole, mi sentivo deficiente, adesso invece mi sento a mio agio con persone di qualunque livello”. Francesca Fagnani è in buona, sembra affascinata dalla personalità della sua interlocutrice almeno fino a quando non mette il dito nella piaga della traumatica chiusura del programma “Parliamone Sabato”: “Quale è stato il punto più basso della sua carriera?” e il volto Rai: “Quando mi hanno chiuso Parliamone Sabato per una domanda sulle donne dell’Est. Mi dispiacque l’accusa di sessismo.

La Fagnani decolla: “Dalle televendite dei bagni fino a Buona Domenica e Filo Rosso ne ha fatti di programmi, eppure è come se dovesse sempre dimostrare qualcosa. E’ un pregiudizio su di lei?”, “Non sembra, è così. Il pregiudizio non è su di me, ma su chi ho sposato”. Svela l’aneddoto dietro il malessere di Giulio Andreotti durante una sua intervista: “Ebbe un piccolo attacco ischemico, ma lo scoprimmo dopo la pubblicità. Io non lo toccavo perché pensavo che fosse morto e che gli cadesse la testa sulla poltrona. Ero terrorizzata, guardavo gli autori, erano tutti bloccati e quindi mandai la pubblicità. Lui si riprese, si alzò e chiese come era andata. Non ricordava niente”.

Poi si apre il capitolo “Lucio Presta”, marito da 25 anni nonché uno dei più importanti manager italiani: “Il matrimonio mi ha svantaggiato perché lui moralmente è molto onesto e non  proporrà mai me per un programma, sono avvantaggiata perché ho il numero uno a casa e gli posso chiedere consigli anche a mezzanotte. Prima soffrivo tanto quando mi dicevano che ero raccomandata, ora mi offendo perché vuole dire che sono stupida, che mi faccio raccomandare male: non ci sono mai nei suoi programmi!”. Ed ecco il primo retroscena bomba: “E’ successo diverse volte che gli chiedessero di fare certi progetti, lui rifiutava e improvvisamente mi toglievano il programma. E’ capitato in occasione di un Festival di Sanremo, poi lo volevano recuperare e sono tornati anche da me. Mi offende che pensino che io non me ne accorga”.

Francesca Fagnani insiste per conoscere un’altra sporca vendetta trasversale subita e la Perego non si fa pregare: “Parliamone Sabato. Era un modo politico per eliminare un personaggio Rai, ci è stato detto apertamente. Io sono stata il capro espiatorio. Ho pagato un prezzo troppo alto, non lo meritavo”. L’episodio incriminato è quello relativo a una lista di motivi per cui le donne dell’Est erano preferibili alle italiane. Per la Fagnani era “becero”, per l’intervistata era “ironico”: “Lo stesso elenco e lo stesso argomento era stato fatto a La Vita in diretta tre settimane prima e ce lo passarono visto che avevamo pochi soldi. Se mi prendo qualche responsabilità? L’ho fatto con leggerezza e ironia e l’ironia non è uscita, dovevo pensarci meglio. Contro di me si sono schierate donne della politica che nemmeno avevano visto la trasmissione come la Boldrini e la Maggioni. Tutta questa solidarietà tra donne di cui ci si riempie la bocca… potevano verificare. Le donne mi hanno deluso più di tutti, quelle che hanno detto ‘non l’ho visto, ma è sbagliato’, la solidarietà non l’ho sentita. Ero sulle prime pagine dei quotidiani e dei giornali, pensavo ci sarei finita solo da morta! Poi dalla Rai ci hanno detto che volevano far saltare una persona in quel momento e la cosa migliore era far saltare il programma”, la Fagnani vuole il nome, ma la Perego si censura: “No, non posso dirlo, verrei querelata” anche se in un fuorionda, ripescato nei titoli di coda, la moglie di Presta promette: “Se mi inviti per un caffè ti faccio nome e cognome”. “Ma con il microfono” ribatte la Fagnani.  

 

Altro argomento, altra bomba: “Ho fatto tv trash quando avevo un’altra età, mi divertiva e non era esagerata – ammette la presentatrice -  però non ho mai fatto prostituzione dei sentimenti, questo lo trovo veramente volgare, approfittare delle persone in difficoltà o delle persone che stanno male per fare ascolti”. Si riferisce a una nota conduttrice della concorrenza? L’intervista scivola sui 38 anni di attacchi di panico e il racconto si fa straziante: “Una volta ho cercato di rompermi un braccio sbattendolo contro il muro per sentire un dolore diverso, ma non ci sono riuscita. Lotti con un mostro invisibile, vince sempre lui. Io non ne potevo più di sentire quest’ansia, questa sensazione di soffocamento, questa paura di morire, i pensieri atroci nella testa. Desideravo avere una cosa fisica affinché i medici la riconoscessero. All’epoca ti dicevano che non avevi nulla, che non avevo un dolore reale, ma un esaurimento nervoso. In onda andavo sempre coperta di farmaci e seguita da un medico. Tante volte ho pensato che era meglio morire, ma poi ho paura della morte. Sei prigioniera, è difficile far capire quanto stai male”. Adesso però ne è uscita: “No, non ho più attacchi di panico. Ne sono uscita totalmente”.

Se la separazione dal marito Andrea Carnevale, ex calciatore del Napoli è stata la grande sconfitta: “Ero sola con due figli piccoli, quello di sei mesi non dormiva mai per via dell’asma, avevo paura di prenderlo in braccio e buttarmi dalla finestra. E’ stata durissima”; il matrimonio con Lucio Presta è la sua seconda vita: “Mi ha trovato all’angolo di una strada con i sassi in mano, come dice la canzone di Jovanotti, ero niente, ha avuto la pazienza di starmi vicino, di ascoltarmi e di non giudicarmi. In 25 anni, una volta abbiamo rischiato di lasciarci perché mi parlava come se fossi la sua segretaria. Per me i toni sono importanti, se sono sbagliati mi feriscono. Un tradimento? Lo supererei”.

L’ultima bomba è per le donne dello spettacolo. “Due persone con cui non andrebbe a prendere un caffè?” domanda la Fagnani e la Perego parte con uno sputtanamento epico: “Dirlo pubblicamente è scorretto dal punto di vista etico. Se ci vediamo in un bar glielo dico. E poi molte di queste che fingono di essere mie amiche mandano i messaggini ambigui a mio marito, pensano di far carriera. Non posso fare i nomi, molte non sanno che io lo so e che mio marito mi dà il telefono senza alcun problema. Non controllo mai, nemmeno con il mio primo marito che mi ha messo più corna…”. La giornalista la incalza: “Ci faccia il nome di questa che scrive” e Paola: “Una?!! Va beh… la voglia di fama è una brutta bestia”. Paola Perego, donna dalle mille vite.

 

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