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L'Aria che tira, Myrta Merlino torna in studio ma che spettacolo il salotto della Santanchè

Arnaldo Magro
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Dopo la conduzione casalinga causa protocollo Covid, torna in studio Myrta Merlino. «L’aria che tira» rimane un must per la categoria. Forse il programma meglio concepito. Dopo lo scandalo calabrese e dei suoi commissari con la nomina «politica» di Gino Strada, in studio si parla di fondi e di ospedali. Marco Furfaro del Pd, dice «non basta costruire ospedali con migliaia di operatori. Troppe le esperienze negative del passato che ancora oggi paghiamo. Dobbiamo garantire a quella terra, investimenti sicuri e funzionali. Questo fa lo Stato». Ovvio pensare subito al pensiero recondito del Pd, ovvero il Mes. La speranza di tutti è che quei soldi siano gestiti meglio dallo Stato e non finiscano nelle mani della illegalità, come troppo spesso accaduto, proprio in quella terra. 

Una nota di merito per Daniela Santanchè, collegata da un salotto che da solo, vale un programma. La senatrice è in forma olimpionica e risponde alle accuse di populismo lanciate da Furfaro: «Sono una patriota non una populista. Piantatela. Sono Italiana. Siamo in una tempesta ma con tante barche diverse. L’emergenza non è tale per tutti. C'è chi soffre di più di altri. Basta demagogia». Poi il dibattito si sposta su autostrade ed è lì, che la senatrice non si trattiene: «Ricordo quando il ministro Di Maio disse che su Ilva ed Autostrade era tutto a posto. Aveva sistemato tutto lui. Le intercettazioni recenti non possono che far rabbrividire. Dove sono le revoche Furfaro? Siete voi al governo,fate anziché parlare». Gioco,partita,incontro.

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