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Alzheimer, scoperta la molecola che ringiovanisce il cervello

Davide Di Santo
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Sul fronte della lotta alla malattia di Alzheimer una scoperta scientifica è destinata a dare nuove speranze a milioni di famiglie in Italia e nel mondo. Si tratta della scoperta di una molecola che ringiovanisce il cervello, favorendo la nascita di nuovi neuroni e contrastando i difetti che accompagnano le fasi precoci della malattia di Alzheimer, tra cui l'amiloide. Una strategia che apre nuove possibilità per la diagnosi e per la cura. Lo studio interamente italiano, coordinato da Antonino Cattaneo, Giovanni Meli e Raffaella Scardigli, della Fondazione Ebri Rita Levi-Montalcini, in collaborazione con il Cnr, la Scuola normale superiore e il dipartimento di Biologia dell'università di Roma Tre, è stato pubblicato su Cell Death and Differentiation. I ricercatori dell'Ebri hanno scoperto che la nascita di nuovi neuroni nel cervello adulto (neurogenesi) si riduce in una fase molto precoce della malattia di Alzheimer. Tale alterazione è causata dall'accumulo, nelle cellule staminali del cervello, di aggregati altamente tossici della proteina beta Amiloide, chiamati A-beta oligomeri. Il team è riuscito a neutralizzare gli A-beta oligomeri nel cervello di un topo malato di Alzheimer introducendo l'anticorpo A13 all'interno delle cellule staminali del cervello, riattivando la nascita di nuovi neuroni e ringiovanendo così il cervello. In particolare, i ricercatori hanno dimostrato come la strategia messa a punto nei laboratori dell'Ebri permetta di ristabilire la corretta neurogenesi nel modello di topo studiato, recuperando per l'80% i difetti causati dalla patologia di Alzheimer nella fase iniziale. "L'importanza di questa ricerca è duplice: da un lato - spiegano Raffaella Scardigli e Giovanni Meli - dimostriamo che la diminuzione di neurogenesi anticipa i segni patologici tipici dell'Alzheimer, e potrebbe quindi contribuire a individuare tempestivamente l'insorgenza della malattia in una fase molto precoce; dall'altro, abbiamo anche osservato in vivo, nel cervello del topo, l'efficacia del nostro anticorpo nel neutralizzare gli A-beta oligomeri proprio all'interno dei neuroni".  Secondo le ultime stime in Italia il numero totale dei pazienti affetti da demenza e malattia di Alzheimer è stimato in oltre un milione (circa 600 mila quelli con Alzheimer). 

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