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Parlare al cane come a un bambino migliora l'apprendimento, ma solo nei cuccioli

Davide Di Santo
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Rivolgersi a un cucciolo come se si parlasse a un bambino non è un vezzo inutile, aiuta a migliorare la comunicazione con il cane e gli permette di imparare più facilmente le disposizioni del padrone. A sostenerlo è uno studio realizzato dai ricercatori dell'università di Saint Etienne, Francia, e pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. Secondo la ricerca effettuata in un canile di New York le parole scandite più lentamente e con un tono di voce acuto e melodioso catturano maggiormente l'attenzione del cucciolo e vengono interpretate come un invito al gioco e all'interazione. Il baby talking con Fido, però, ha successo solo con i cani più giovani mentre lascia indifferenti gli esemplari adulti. La tendenza all'antropomorfismo è piuttosto diffusa, moltissime persone si rapportano agli animali come se parlasse a un uomo, a una donna, ma spesso quando ci si rivolge a un animale domestico il registro applicato è quello dell'infanzia. I ricercatori hanno fatto ascoltare a dieci cani adulti e a dieci cuccioli del canile di New York delle frasi come "bravo bambino" o "vieni qui, tesoro!" in tono neutro, ovvero come se fossero rivolte a un adulto, o con un registro più alto e musicale. Nove cuccioli su dieci hanno reagito prestando la massima attenzione, abbaiando e facendo le feste, al baby talking mentre i cani adulti hanno ignorato la fonte del suono. Secondo il coordinatore dello studio, Nicolas Mathevon, la maggiore attenzione rivolta dai cuccioli a un registro sonoro alto e melodioso li aiuta ad apprendere nuove parole, in maniera simile a quanto accade con i bambini. 

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