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Terapie agnostiche, la rivoluzione per battere i tumori

Maria Grazia Coletti
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A dispetto del nome, che significa "senza conoscenza", le terapie oncologiche agnostiche sono il presente ma soprattutto il futuro della cura dei tumori: avendo come bersaglio precise mutazioni genetiche e prescindendo dall'organo di origine della malattia, forniscono, e forniranno ancora di più a ogni paziente, nuove e più efficaci chance di guarigione, un cammino di cambiamento già cominciato ma che ha ancora un grande potenziale. Ma vanno investiti fondi per allargare la platea dei malati.  "I pazienti sanno che i farmaci esistono, Aifa li approvi" ha lanciato il messaggio la senatrice Maria Rizzotti, (membro della 12esima commissione permanente Igiene e sanità del Senato). E' quanto è emerso oggi durante la discussione tra clinici, esperti ed esponenti delle più alte istituzioni sanitarie durante l'incontro "Le terapie oncologiche agnostiche. La nuova frontiera nella lotta ai tumori", nella sala Zuccari del Senato, promosso dall'Osservatorio nazionale per i diritti dei malati in collaborazione con l'Osservatorio Sanità e Salute (il presidente è il senatore avvocato Cesare Cursi) e con il patrocinio del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità. Sotto il profilo clinico, l'arrivo dei trattamenti agnostici rappresenta l'inizio di un nuovo modo di pianificare le terapie: i test genetici o la definizione di altre caratteristiche molecolari potranno aiutare a decidere quali trattamenti sono più indicati per un paziente con un tumore, indipendentemente dalla sua localizzazione o da come appare al microscopio, e i test molecolari diventeranno l'elemento essenziale per la pianificazione dei trattamenti. Come spiega il coordinatore scientifico Stefano Vella, dell'Università Cattolica di Roma, "l'arrivo dell'immunoterapia e delle terapie mirate a bersagli molecolari espressi dalle cellule tumorali sta già cambiando la filosofia complessiva della terapia dei tumori, sia dal punto di vista della probabilità di risposta clinica che dal punto di vista regolatorio. Ma le terapie oncologiche agnostiche rappresentano un punto di svolta, soprattutto concettuale. Siamo solo all'inizio, ma il futuro è questo. I clinici e i pazienti chiedono alle istituzioni non solo velocità nel riconoscere il valore di queste innovazioni, e di renderle accessibili con equità, ma anche di lavorare per adattare a queste nuove terapie l'intero percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale". Sulla stessa lunghezza d'onda Walter Ricciardi, da ottobre presidente del Mission board for cancer, l'organismo dell'Unione Europea chiamato a decidere le strategie comunitarie contro il cancro. "Le tematiche di cui discutiamo oggi - dice Ricciardi - sono sicuramente una parte importante delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione che verranno promosse dal Mission board for cancer. Queste sfide sono necessarie perché gli indicatori di mortalità, l'invecchiamento della popolazione, la transizione epidemiologica e l'innovazione terapeutica se non vengono gestite anziché ridurre le disuguaglianze rischiano di aumentarle. Serve un intervento coordinato dall'Europa, ma che poi ogni Paese deve concretamente realizzare adattandolo al meglio al proprio contesto sociale ed epidemiologico". Il nuovo approccio è valido sia per le terapie immunologiche basate su anticorpi monoclonali - che condividono lo stesso meccanismo d'azione (risvegliare la risposta immunitaria contro il tumore) e che quindi funzionano su tumori diversi per caratteristiche istologiche e per localizzazione - sia per alcuni nuovi farmaci chimici, che hanno come bersaglio target molecolari presenti su cellule maligne di tumori differenti. «I risultati in termini di sopravvivenza e di assenza di progressione sono in alcuni casi straordinari e questo è stato possibile grazie al lavoro congiunto della ricerca di base, in gran parte pubblica, e della ricerca clinica dell'industria», conclude Vella.  «Le terapie oncologiche agnostiche sono una vera rivoluzione nel trattamento dei pazienti oncologici, laddove è dimostrata un'alterazione genetica comune: si tratta, quindi, di differenti tumori che istologicamente sono diversi, ma geneticamente hanno una proprietà comune che consente di essere attaccata attraverso dei farmaci ben definiti» ha affermato Pierpaolo Sileri, Vice ministro della Salute. "È un convegno molto importante sulle terapie innovative - ha detto la senatrice Maria Rizzotti -, un tema che mi interessa moltissimo sia come medico chirurgo che come parlamentare membro della Commissione Sanità del Senato. I farmaci innovativi sono farmaci salvavita, antitumorali, molto particolari perché rientrano nella terapia personalizzata che, quindi, con indagini genetiche aggredisce al cuore dei tumori nelle varie forme degli organi colpiti. Aspetti importanti sono la selezione del paziente e la formazione dei medici e degli operatori sanitari, perché le terapie colpiscono nel segno quando c'è una selezione dei pazienti, solo così si hanno i migliori risultati di guarigione. Rivolgo perciò un appello al ministro della Salute Roberto Speranza perchè possa dare disponibilità economiche alla ricerca come anche a far entrare in Italia questi farmaci salvavita, così da dare sempre più speranza ai pazienti che hanno una brutta diagnosi di cancro». Attualmente, ha sottolineato ancora la senatrice Rizzotti "i pazienti sanno che questi farmaci ci sono, aspettano che siano approvati dall'Aifa". Il professore Michele Maio, direttore del Centro di Immuno-Oncologia dell'Azienda ospedaliera Universitaria di Pisa ha aperto i lavori.  Tra gli esperti presenti, Mauro Biffoni Direttore Oncologia e Medicina Molecolare Istituto Superiore di Sanità; il professore Giovanni Scambia (Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma); il Prof. Giorgio Scagliotti; Dott. Nicola Normanno (Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale di Napoli); la dottoressa Betty Polikar coordinatore di ricerca dell'Italian Network for Pediatric Clinical Trials (INCiPiT, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù); Giacomo Bazzoni Presidente FF Agenas; Dott. Giovanni Leonardi (direttore generale della Ricreca e della Innovazione in Sanità del Ministero della Salute). Moderatrice la giornalista Rai, Laura Berti.

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