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Accumulatori seriali. Maneggiare con cura

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Ecco i consigli ai familiari, prime vittime del disordine e della confusione

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Le nostre cose, i nostri oggetti, rappresentano parte di noi e della nostra storia. Quasi tutti ne abbiamo da cui è difficile separarci, anche se non hanno nessun valore in sé. Per la maggior parte di noi l'attaccamento speciale si limita a pochi oggetti e non crea problemi significativi; al massimo occupiamo qualche cassetto con delle cose che per noi rappresentano "la nostra storia". Ma ci sono persone per le quali l'attaccamento agli oggetti è un disturbo mentale: buttare è così difficile che continuano ad accumulare oggetti anche quando così si compromette la qualità della vita, la vivibilità della casa, i rapporti con famigliari, amici, vicini (spesso vittime del degrado ambiente che deriva dall'accumulo). È un fenomeno che appare incomprensibile a chi non ne soffre e che incuriosisce.     DISTURBO - Dal 2013 l'accumulo patologico (o disposofobia) è stato riconosciuto come disturbo autonomo e inserito con il nome di Disturbo da Accumulo nel DSM-V, il manuale dei disturbi mentali dell'Associazione di Psichiatria Americana. Prima era trattato solo come un sintomo di altri disturbi. Anche se di recente riconoscimento, è un disturbo molto diffuso (si stima ne soffra tra il 2 e il 5% della popolazione) e che, contrariamente ad alcuni diffusi pregiudizi, non riguarda solo persone "ai margini". Molte persone con accumulo sono dotate di un'intelligenza molto vivace, di notevole creatività e di grande interesse per i rapporti umani. A titolo d'esempio, l'artista considerato fondatore della pop art, Andy Warhol, era un accumulatore patologico. Come si riconosce il disturbo? L'accumulo è una patologia a tre facce, esito di tre aspetti connessi tra loro: accumulare un numero eccessivo di oggetti (comprandoli o venendone in possesso in altro modo, fino a raccattarli nella spazzatura nei casi più gravi); non buttare le cose, ovvero grande difficoltà a separarsi dagli oggetti (anche da quelli che per gli altri sono inutili cianfrusaglie e spazzatura); estremo disordine, ovvero difficoltà nell'organizzare in modo funzionale gli oggetti e, più in generale, ordinare la casa. Il cosa si accumula è molto variabile: si va dalla collezione di oggetti di valore, alle cianfrusaglie fino anche all'accumulo di animali. Molto diffuso è l'accumulo di carta, ovvero libri, giornali e documenti.     CARATTERISTICHE - Dal punto di vista di chi accumula, ogni oggetto ha un suo significato affettivo particolare o possiede potenzialmente un valore: un gioco dei propri figli ormai adolescenti, potrà un giorno essere usato dai futuri nipotini, una scatola di cereali può diventare una cartellina portadocumenti. Un aspetto caratteristico del disturbo è il fatto che difficilmente gli accumulatori chiedono aiuto: di solito per tanti anni non riconoscono di avere un problema e reagiscono con rabbia ai tentativi dei famigliari di renderli consapevoli. Per questo la battaglia contro il disturbo è combattuta soprattutto dai famigliari, che cercano di arginare l'invasione della roba. Sono loro spesso a chiedere aiuto.     COSA FARE - E allora che fare? È in generale controproducente avere un atteggiamento critico e colpevolizzante; anche uno sgombero forzato, di solito vissuto come una vera violenza psicologica, può provocare conseguenze negative. Si può, invece, provare ad aumentare la consapevolezza di avere un problema, per esempio facendo leggere all'accumulatore qualcosa sul funzionamento del disturbo. Questo può essere un passo preliminare alla richiesta di un aiuto professionale o, almeno, uno stimolo al contenimento dell'accumulo e del disordine. * Psicoterapeuta e docente della Scuola di Psicoterapia Cognitiva

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