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Roma, un “tuffo” tra i pesticidi: si arena il sogno di Gualtieri, il Tevere è un disastro

Foto: Lapresse

Martina Zanchi
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Da sogno a incubo. Gli ultimi dati sulla qualità delle acque del Tevere pubblicati da Arpa Lazio sembrano allontanare sempre di più la suggestione lanciata dal sindaco Roberto Gualtieri a settembre scorso, quando dal palco dell’Expo di Osaka si è lasciato andare a una promessa particolarmente ambiziosa: «Entro cinque anni il Tevere sarà balneabile». Già allora, di fronte alla pioggia di scetticismo e ilarità che ha travolto l’annuncio persino da parte della stampa estera, il Campidoglio prima ha difeso la proposta e l’ha rilanciata istituendo un tavolo tecnico ad hoc, che si è riunito a novembre, poi l’ha lasciata decantare e mai più menzionata. Forse la prudenza ha avuto la meglio, anche perché nel frattempo la Regione ha puntato su un progetto in apparenza più fattibile e su cui si lavora già da anni, ovvero la navigabilità del fiume. Un’ancora di salvezza a cui può aggrapparsi anche il Campidoglio, dopo essersi «tuffato» in una promessa forse troppo grande anche per l’attuale periodo pre-elettorale.

 

 

Non a caso a Palazzo Senatorio il piano regionale per la navigabilità è stato accolto positivamente, con tanto di dichiarazioni pubbliche. E ora, grazie al report di Arpa, arriva la conferma che le condizioni del Tevere nel tratto urbano sono ancora critiche, anzi, «non buone», prendendo in prestito il giudizio contenuto nel documento alla voce «Stato chimico 2024». Lo scorso anno, infatti, le stazioni di monitoraggio hanno registrato superamenti delle concentrazioni di Cipermetrina (un insetticida tossico per l’uomo e per gli organismi acquatici) e di «Ampa», sigla che indica un derivato del glifosato, quindi di un erbicida. C’erano anche nel triennio precedente, 2021-2023, ma stavolta i romani possono almeno rallegrarsi dell’assenza di sforamenti per Cromo totale e Benzoapirene che erano stati rilevati sempre tra il Flaminio e Vitinia. Tutto questo senza considerare altre sostanze pericolose e batteri come l’Escherichia coli, che non rientrano in questo studio dell’Arpa.

 

 

Chissà che risposte darebbe il Tevere, se «interrogato» anche su questo aspetto. Di fronte ai dati disponibili sembra comunque arenarsi il sogno capitolino di «fare come a Parigi» in appena cinque anni. Peraltro nella Ville Lumière, grazie a un investimento di 1,4 miliardi, la Senna è stata resa parzialmente balneabile per le Olimpiadi ma sono rimasti dubbi sulla salubrità delle acque, visti i malesseri lamentati dai nuotatori. Forse, però, guardando le mappe, si scopre l’arcano: magari il sindaco pensava di proporre ai romani di fare il bagno ben oltre le Mura Aureliane. Perché prima della confluenza con l’Aniene i risultati sono migliori: si conferma «buono», infatti, lo stato del fiume da Tor di Quinto in poi, risalendo verso nord, pur con superamenti sui residui di erbicida. Male l’Aniene all’altezza della Salaria (riecco Ampa e Cipermetrina più Arsenico disciolto), eppure Arpa indica chiaramente che l’inquinamento parte non troppo lontano dal Raccordo anulare. E allora perché non concentrarsi su questo fronte, per risollevare davvero le sorti del fiume «sacro ai destini di Roma». A volte il pragmatismo premia.

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