Tari senza pace, da tre a quattro rate e conguaglio a fine anno. Come funziona
Non c’è pace per i romani alle prese con la Tari. Dopo l'ondata di avvisi di accertamento che in queste settimane ha scatenato il caos, con i cittadini pronti già a impugnare circa ottomila bollettini dei 72 mila inviati dall'azienda, ora il Campidoglio ha in serbo l'ennesimo cambio di regolamento, con scadenze diverse e la novità del conguaglio a fine anno.
Le modifiche sono state illustrate alle commissioni Bilancio, Ambiente e Roma Capitale prima del passaggio in Aula, e la prima novità che salta all'occhio è l'aumento delle rate: dal prossimo anno, infatti, saranno quattro invece che tre, con scadenza 28 febbraio, 31 maggio, 31 agosto e 30 novembre (solo per il 2026 la prima sarà posticipata al 31 marzo). Ma soprattutto cambia il meccanismo alla base della bollettazione, che sarà quello dell'acconto e saldo, quindi dopo il 1 dicembre il cittadino potrà ricevere una quinta bolletta a conguaglio dei precedenti pagamenti.
Un ennesimo bizantinismo dovuto – come ha spiegato l'assessore al Bilancio, Silvia Scozzese – alla necessità di adeguare il regolamento capitolino alle nuove normative, che hanno fatto slittare a giugno la scadenza per deliberare il Piano economico e finanziario delle aziende, in questo caso di Ama. Di fatto, quindi, durante l'anno si pagherà la Tari con le aliquote vigenti ma poi potrebbe essere chiesta una cifra a titolo di conguaglio, che tiene conto delle nuove tariffe.
Il tutto - ha puntualizzato l'assessore - servirebbe a evitare "scossoni di cassa" ad Ama e quindi al Comune. Peccato che meno di due anni fa, con un altro cambio di regolamento, le rate siano già passate da due a tre. Non stupisce, allora, se tra una modifica e l'altra qualche cittadino possa confondersi e "bucare" qualche pagamento, vedendosi recapitare prima o poi la cartella.
«Sulla tassa dei rifiuti si è creato un labirinto normativo, fatto di continue modifiche, ripensamenti, scadenze cambiate in corsa, regolamenti riscritti e rettifiche continue. Il risultato? Un caos totale – attacca il capogruppo capitolino della Lega, Fabrizio Santori, secondo il quale - è la vittoria del pressapochismo sulla buona amministrazione».
C'è poi il caso, tutt'altro che infrequente, di quando l'errore non è del contribuente ma della pubblica amministrazione, proprio come sembra sia avvenuto nelle ultime settimane. A quanto pare infatti il Campidoglio ha chiesto il riesame di tutte le "cartelle" del lotto d'invio in cui si sarebbe verificato un disallineamento delle banche dati, causando errori macroscopici che i cittadini sono ora costretti a contestare in autotutela, se non prima o poi davanti a un giudice. Le prime rassicurazioni sono arrivate in commissione dal direttore delle Entrate tributarie e Riscossioni, Nicola Mattera, che ha annunciato il tentativo in corso di annullare gli accertamenti sbagliati senza che il cittadino debba fare nulla.
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