Tevere navigabile, ecco le quattro tratte individuate dalla Regione
Mentre il Campidoglio insegue il sogno del Tevere balneabile entro cinque anni, inizia a prendere forma il progetto della Regione Lazio per rendere il «Biondo» navigabile. Come anticipato da Il Tempo, alla base dell’operazione c’è l’ipotesi di dare vita a «un canale di navigazione discontinuo e costituito da più tratte», tenendo conto sia della morfologia del fiume che dei limiti ingegneristici e urbanistici, e sono già state individuate le prime, possibili quattro sezioni navigabili, dal litorale a Castel Giubileo. Un disegno di cui ieri sono stati forniti maggiori dettagli durante il convegno «Tevere, via navigabile», che si è tenuto nella sede WeGil, a Trastevere, alla presenza dell’assessore regionale al Demanio, Fabrizio Ghera, che sta gestendo il dossier. Nel corso dell’incontro, si è fatta chiarezza sui lotti funzionali in cui si pensa che possa essere suddivisa la grande «via navigabile» della Capitale. La prima tratta individuata partirebbe dal mare e finirebbe a Magliana, con possibile approdo all’altezza della stazione metro Marconi. La seconda, invece, includerebbe il «segmento» che va da Magliana a Porto di Ripa Grande.
"Tevere navigabile". Il piano della Regione Lazio per il fiume
Qui, come approdi, si pensa, per esempio, ai parchi d’affaccio Marconi o Tiberis. Il terzo lotto includerebbe il tratto di fiume che va dall’Isola Tiberina a Ponte Duca d’Aosta e farebbe riferimento a punti di attracco come Ponte Sisto, Ponte Cavour o Ponte Risorgimento, nel cuore della città. L’ultima tratta sarebbe quella da Ponte Milvio a Castel Giubileo, con punto di approdo a Ponte Milvio, Tor di Quinto o Castel Giubileo. L’idea è rivoluzionaria e consentirebbe all’antica Urbe di riconnettersi con il mare, ma l’approccio della Regione al progetto è volutamente tecnico. Secondo la Pisana, infatti, non si può prescindere da un regolamento per la navigazione (che includa la velocità da imporre ai mezzi e il rispetto delle attività sorte sulle sponde) e da un programma di manutenzione che preveda lo stanziamento regolare di risorse e azioni periodiche di dragaggio dei fondali. Tra gli aspetti che verranno approfonditi ci sono anche quello dei costi e la possibile integrazione con il trasporto pubblico locale. «Riteniamo che la vera sfida da affrontare è investire sulla navigabilità in un’ottica di sostenibilità ambientale per mettere la nostra Capitale al pari delle grandi città europee nelle quali i fiumi sono fruibili anche sotto il profilo della mobilità pubblica», ha dichiarato Ghera.
"Sono i teppisti delle strade": perché i romani odiano bici e monopattini
Una visione condivisa dal Comune, che però continua a battere sul tasto della balneabilità. La navigabilità è un «grande impegno che non va assolutamente in contraddizione con l’altro obiettivo, altrettanto importante, che è quello della balneabilità», ha detto infatti l’assessore capitolino all’Ambiente, Sabrina Alfonsi. Proposta che però continua a generare scetticismo tra gli addetti ai lavori: «Non credo che il primo problema da risolvere sia consentire ai romani di farsi il bagno», ha commentato Umberto Broccoli, divulgatore scientifico e già sovrintendente ai Beni culturali di Roma Capitale, durante il suo intervento dal palco. Per il Tevere comunque si apre una stagione di opportunità.
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