Il pasticcio del concorsone a Roma. Graduatorie fantasma e custodi "secchioni"
Non c’è concorso pubblico che si svolga nella Capitale senza lo spettro dei ricorsi di massa e non fa eccezione quello che è appena iniziato, per 808 posti a tempo indeterminato, per cui si sono concluse la scorsa settimana le prove preselettive alla Fiera di Roma. Ad agitare i candidati esclusi è la comparsa inaspettata - perché comunicata dopo lo svolgimento della prima prova e assente nel bando - di un punteggio minimo da centrare per passare i quiz. Oltretutto la soglia non è uguale per tutti: per alcuni profili infatti è piuttosto bassa (sono bastati 16 punti su 30, ad esempio, per i funzionari tecnici) mentre per altri il margine d’errore è stato azzerato.
È successo agli aspiranti custodi, per i quali la soglia «minima» era in realtà quella «massima»: 30 punti su 30, senza la possibilità di sbagliare neanche una risposta o di lasciarne una in bianco. Dei veri «secchioni», visto che i quesiti - uguali per tutti i profili e per tutti candidati, laureati e non - vertevano su materie come diritto amministrativo, ordinamento degli Enti locali e abilità logico-matematiche. Peccato che l’elenco degli idonei, dopo quasi una settimana dalla prova, non sia stato pubblicato sul sito del Comune, insieme agli altri aggiornamenti.
«Se BIP significa cifra (singola) divisibile per 4, BEP significa cifra (singola) divisibile per 5 e BAP significa cifra (singola) divisibile per 9, allora il numero 89 può essere espresso come...». Non è uno scioglilingua, bensì una delle domande riportate nella banca dati con cui i candidati dovevano esercitarsi. Eppure, per la preselettiva, il bando non fa menzione di un punteggio minimo, previsto invece esplicitamente per la successiva prova scritta: 21/30, uguale per tutti.
«All’esito dell’espletamento della prova preselettiva - si legge invece all’articolo 7 del bando - si formerà, per ciascun procedimento concorsuale, un elenco riportante i candidati risultati presenti alla prova e il punteggio conseguito nella stessa. Per ciascun procedimento concorsuale la prova preselettiva sarà superata da un numero di candidati pari a dieci volte il numero dei posti messi a concorso». Significa, ad esempio, che a fronte di 18 posti da portieri bisognava stilare una graduatoria di 180 persone sulla base dei punteggi. Invece, con un avviso online, i candidati sono stati invitati ad andare a consultare privatamente l’esito del proprio test, per scoprire se hanno o meno centrato il punteggio e se quindi sono stati ammessi agli scritti. Modalità, questa, che per molti è poco trasparente.
«Devono uscire queste 180 persone che non hanno fatto neanche un errore - ragiona uno degli esclusi tra i custodi, che chiede di restare anonimo - Dove stava scritto che per passare la preselettiva bisognava fare 30? Se non pubblicheranno la lista intera, con i punteggi, farò sicuramente ricorso». Anche perché le ipotesi per spiegare l’accaduto non sembrano molte: o tra gli aspiranti custodi in 180 non hanno sbagliato nulla - e per verificarlo basterebbe pubblicare la lista - oppure il criterio illustrato nel bando è stato modificato in corsa. O ancora, il bando potrebbe essere stato scritto in modo fraintendibile, terreno fertilissimo per i ricorsi.
D’altra parte non è la prima volta che ci sono problemi con i concorsi del Comune. Nel 2021 i candidati impegnati nella prova scritta sono stati rimandati a casa per «problemi tecnici»: ovvero, nel questionario c’era una domanda con due risposte identiche. Lo scorso anno, invece, la graduatoria dei vincitori delle mille nuove licenze taxi è stata annullata e ripubblicata perché erano stati esclusi, per errore, gli idonei il cui cognome inizia per «Z». Oltretutto sul concorso per i tassisti sono ancora pendenti ricorsi al Tar. E c’è da scommettere che, anche stavolta, in parecchi tenteranno la strada della giustizia amministrativa.
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