Giro d'Italia quanto ci costi: i romani hanno pagato per essere cacciati
Il Campidoglio, quest’anno, si è superato, riuscendo nella folle impresa di spendere un mucchio di soldi per trasformare il ponte del 2 Giugno in un lungo weekend di paura e di cacciare i romani dalla città. La Capitale, in questo 2025, sta cercando di gestire al meglio il Giubileo e una serie di eventi legati alle celebrazioni volute da Papa Francesco, che attirano in centro, soprattutto nei fine settimana, decine di migliaia di fedeli e pellegrini. Tanto per dare qualche numero, il Giubileo delle famiglie ha portato in piazza San Pietro, solo nella giornata di domenica, circa 70mila persone. Una fiumana umana che va a sommarsi alle decine di migliaia di turisti che con l’inizio della bella stagione sono giunti nella Capitale. Eventi, quelli giubilari, già in agenda e improcrastinabili, così come la Festa della Repubblica, che cade ogni anno il 2 giugno. La parata delle forze armate, si sa, mette a durissima prova per giorni la viabilità, dal Circo Massimo alla Cristoforo Colombo passando per Caracalla, e in particolar modo i due che precedono l’evento. Per ragioni di ordine pubblico, poi, non si poteva dire di «no» all’universo "sinistro" che sabato pomeriggio ha deciso di manifestare sfilando dall’Esquilino fino a piazzale Ostiense per gridare tutto il suo odio contro il Governo Meloni e il dl Sicurezza. Un serpentone che è andato a impattare proprio in quel settore della città, già alle prese con i preparativi della parata del 2 Giugno.
Taxi spenna-turisti, sospesa una licenza al giorno. Oltre 200 rapporti disciplinari
UN SABATO «NON QUALUNQUE» - La prima giornata da incubo vissata dai romani non ancora fuggiti verso i lidi assolati è stata quella di sabato. Perché? Semplice. Perché sabato pomeriggio l’area del Circo Massimo è stata chiusa per il concerto di Liberato, il cantante partenopeo mascherato, del quale, sinceramente, la città avrebbe potuto fare, proprio quel sabato, a meno. Nulla contro Liberato, naturalmente. Se si fosse chiamato Prigioniero sarebbe stato lo stesso. Tutto invece contro Campidoglio e Prefettura, che erano a conoscenza di una giornata ben lungi dall’essere - come cantava Sergio Caputo - un «sabato qualunque».
FOLLIE DOMENICALI - Ma è nella giornata di domenica che il Campidoglio ha dato il suo meglio, ospitando l’ultima tappa del Giro d’Italia che ha pedalato dal Vaticano fino a Ostia. Non proprio una sorpresa, anzi, un’azione pianificata addirittura tre anni fa e reiterata nonostante il caos che la "carovana rosa" aveva già provocato nell’edizione 2023 e 2024. Caos per il quale il Campidoglio - e dunque i cittadini romani hanno pure dovuto pagare: 1,2 milioni di euro all’anno che per tre anni fa 3,6 milioni di euro. Tanto è stato sborsato a favore degli organizzatori della kermesse, ovvero la società R.C.S. Sport, per far correre i ciclisti sui sampietrini e convincere quei romani che sabato erano ancora indecisi, a fuggire dalla loro città a gambe levate, dovendo per forza di cose rinunciare a trascorrere una domenica nel loro centro storico. Il Campidoglio, e in questo caso il suo braccio operativo rappresentato dal Dipartimento Sport e Grandi Eventi, non pago della pedalata professionale del 108° Giro d’Italia, con quei 1,2 milioni di euro ha pagato anche per neutralizzare ulteriori 10 chilometri di vie, piazze e strade che hanno dovuto ospitare il Family Ride. Meglio, dunque, il concerto di Liberato al Circo Massimo, su questo non c’è dubbio. Visto che sono stati gli organizzatori del concerto a pagare il Comune, e non viceversa come avvenuto con il «Giro».
Svolta Roma-Latina, pubblicato il bando per il collegamento autostradale
LUNEDÌ DEFATICAMENTO... - E poi è arrivato "ieri", con la festa del Tricolore, l’omaggio alla tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria, il passaggio delle "Frecce", la parata militare e delle forze dell’ordine in via dei Fori Imperiali con il gran finale della fanfara dei Bersaglieri. Ma la giornata di festa era appena iniziata. Nel pomeriggio si sono scatenate le bande musicali: dalla quella dei "pizzardoni", la polizia locale di Roma, a quella dei carabinieri, passando per quella della polizia di Stato, della Marina, dell’Aeronautica, dell’Esercito, della Croce Rossa, della Guardia di Finanza e pure della Polizia Penitenziaria. E chi non conosceva le parole dell’inno italiano ora di sicuro lo sa a memoria: sarà stato suonato un centinaio di volte. Tre giorni davvero intensi, anche per chi poi ha dovuto riportare la città all’ordine: togliere migliaia di transenne, ripulire decine di chilometri di strade e piazze, presidiare il traffico. Tutte cose che hanno costi elevati e che, non sempre o non completamente, sono a carico degli organizzatori degli eventi che si svolgono. Lavori che necessitano di operatori delle municipalizzate e degli uomini della polizia locale, che rappresentano tanti di quei romani che invece di fuggire al mare hanno dovuto raggiungere, con estrema difficoltà, il posto di lavoro. E di certo, sabato e domenica, tra una manifestazione, un concerto e un «Giro» di troppo, non è detto che siano riusciti ad arrivare a destinazione.
SE LA CAPITALE FA LA CAPITALE - Roma è un palcoscenico naturale per ospitare grandi eventi. La sua bellezza e il fatto di essere la Capitale d’Italia li attrae come una calamita. Ma a tutto c’è un limite perché questa città non può continuare a trasformarsi inesorabilmente, giorno dopo giorno, in un grande parco giochi per i turisti. I romani hanno il diritto di poterla vivere e godersela anche durante il weekend. Non vorremmo che Roma facesse la fine di Venezia e i suoi cittadini quella dei veneziani.
Permessi Ztl, stretta sui disabili a Roma. Da tre a due targhe, come funziona
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto