Ai "pizzardoni" 3800 pistole ma niente taser né giubbotti antiproiettile
Vigili urbani sempre più armati ma senza giubbotti antiproiettile e tantomeno taser. Il dipartimento Centrale appalti di Roma Capitale ha pubblicato un bando da quasi tre milioni di euro per la fornitura di altre 3.800 pistole, con caricatori di riserva e fondine, oltre alle 4.102 attualmente in dotazione alla polizia locale. Già un anno e mezzo fa erano state ordinate 1.200 armi semiautomatiche. Scelta, questa, contestata subito da alcuni esperti di armi che ritengono questo tipo di pistole inadatte alle attività dei vigili urbani.
Ad esempio il perito balistico del tribunale di Roma Massimiliano Burri, che 13 anni fa fece parte della commissione che scelse per i vigili la Beretta 84. «L’acquisizione di armi con sicura automatica, dette striker, e non manuale - afferma Burri - dovrebbe prevedere un aumento delle ore di addestramento del personale, stante la delicatezza del meccanismo e la poco incline tendenza all’uso in sicurezza intuitivo». Alla fine però il modello scelto nel 2023 (Heckler & Koch SFP9 calibro 9x19 Luger) è stato confermato, anche per evitare di frammentare i modelli assegnati alla polizia locale.
Al momento, infatti, risultano 3.166 Beretta e 936 H&K. Undici armi invece «risultano oggetto di furto, regolarmente denunciate», si legge nell’ordinanza del 13 maggio scorso, firmata dal sindaco. Dato questo, che secondo il sindacato Sulpl è «fisiologico». Non solo: «Dei più disparati motivi di ognuna di quelle mancanze si è perfettamente a conoscenza e possiamo escludere che all’armeria del Comando qualcuno abbia smarrito le armi di cui si parla». Tuttavia l’ordinanza parla proprio di «furto». Circostanza piuttosto allarmante.
Tornando al bando, a fronte di 4.510 agenti abilitati ancora 1.800 non hanno l’arma di servizio e altri mille arriveranno con le nuove assunzioni. Numeri che spingono ad aumentare le forniture. Ancora niente da fare invece, ad esempio, per i giubbotti antiproiettile, di cui si parla almeno dal Giubileo del 2015. E sembra finita nel dimenticatoio la mozione approvata dall’Assemblea capitolina nel 2022, quando i consiglieri dissero «sì» al taser. Poi una pioggia di mozioni di segno opposto, provenienti dai Municipi, affossò la proposta. Tra le motivazioni il fatto che «l’Onu ha classificato il taser come arma di tortura, evidenziando come il suo utilizzo causi dolore acuto e, in taluni casi, persino la morte». Più o meno - aggiungiamo noi - come un colpo d’arma da fuoco.
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