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Sapienza, lo "scontro rosso". Vietato parlare agli studenti di destra

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Christian Campigli
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Due giorni di scontri, di provocazioni, di offese e di dileggio alle forze dell'ordine. Quarantotto ore fa i fascisti rossi dei Collettivi hanno infatti cercato di impedire agli attivisti di Azione Universitaria di distribuire dei volantini prima di fronte alla Facoltà di Giurisprudenza e, in un secondo momento, nei pressi dell’ingresso di Economia, dove sono entrati in contatto. Con tanto di gioco dell’impiccato disegnato dagli studenti della Sapienza Antifascista con la soluzione «Azione Universitaria». La scritta, dipinta con vernice rossa, riporta anche la dicitura «Sapienza Antifascista. Dove sono i camerati?». Un clima di odio ed intolleranza che si è riproposto ieri pomeriggio, con momenti di tensione tra gli autonomi autodefiniti «antifascisti» e la polizia, alla Sapienza di Roma. I nipotini di Carlo Marx, eterodiretti come le marionette negli spettacoli dei pupi dagli storici (ed anziani) frequentatori dei centri sociali, sono arrivati di fronte al cordone degli agenti, che erano in assetto antisommossa e hanno provato a forzarlo, venendo per altro respinti con alcune cariche di alleggerimento.

 

 

 

I manifestanti erano partiti da Scienze Politiche e stavano provando a raggiungere la facoltà di Economia invia del Castro Laurenziano, dove era in corso una manifestazione di Azione Universitaria. L’idea, anche ieri, era quella di potersi scontrare con gli studenti di destra, in una sorta di caccia che ricorda da vicino gli anni di piombo. L’adunata dei Collettivi, hanno spiegato alcuni portavoce, «non rappresenta alcun gruppo, ma solo persone e studenti antifascisti», che vogliono rispondere così alla assemblea organizzata alla facoltà di economia da Azione Universitaria. Sul tentativo di raggiungere ieri mattina via del Castro Laurenziano e scontrarsi con gli studenti di destra, i portavoce hanno spiegato che «era il tentativo di opporsi alla presenza di rappresentanze fasciste all’interno dell’università». Come dire, noi sì, loro no: il tipico atteggiamento dei fascisti rossi.

 

 

«Non possiamo limitarci a una semplice condanna alle gravi violenze avvenute all’università Sapienza di Roma da parte dei collettivi di sinistra – ha evidenziato Elisabetta Gardini, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera- Qualcuno gioca ad alzare il livello dellatensione e certi atteggiamenti prevaricatori dimostrano che gli universitari antagonisti sono pronti a raccogliere l’invito lanciato da certi cattivi maestri. È il caso che tutti i leader politici - e anche quelli sindacali che strizzano l’occhio alla rivolta sociale condannino quanto successo ieri. Ogni studente - ha concluso Gardini- ha il diritto di esprimere le proprie idee e organizzare eventi per manifestarle. Chi prova a reprimere le manifestazioni di pensiero altrui è solo un intollerante che rifiuta il confronto e abbraccia la pericolosa logica della violenza». Nel corso del pomeriggio sono state numerose le telefonate tra la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni e il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha espressola sua vicinanza all'addetto alla vigilanza rimasto ferito negli scontri degli scorsi giorni. «Siamo l’unica lista di centro destra all'interno di questo ateneo- ha ribadito Giacomo Mollo, il presidente di Azione Universitaria alla Sapienza - non siamo neo fascisti elo dimostrano i simboli con i quali concorriamo liberamente e democraticamente, portando un nostro programma e una nostra proposta di università. Chi vuole impedire, chiudendoci la bocca con la violenza, di dire la nostra sono altri».

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