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Roma, nuove pistole per i vigili. Ma la gara è un pasticcio

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Martina Zanchi
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Milleduecento pistole per i vigili urbani di Roma Capitale che verranno pagate 544 mila euro - grazie al ribasso del 45,7% offerto dal fornitore che si è aggiudicato la gara indetta lo scorso anno - ma che sono particolarmente delicate da utilizzare, visto che non hanno la sicura manuale, e saranno affidate solo al personale più esperto.  Agli 800 nuovi agenti che entreranno in servizio nei prossimi mesi, infatti, verrà consegnato esclusivamente il modello precedente, dotato di blocco esterno che impedisce al colpo di partire se non è l’operatore a sbloccare intenzionalmente la pistola. Eppure secondo il Comando di via della Consolazione i dispositivi interni dell’arma selezionata (la semiautomatica «Hechler und Koch SFP9» calibro 9 Parabellum 9x19) la rendono sicura e adatta anche all’ambiente urbano. Di fatto però d’ora in poi in dotazione ai vigili ci saranno due pistole diverse: per gli esperti la «H&K», per i neo assunti la «Beretta 84 Fs» calibro 9 corto. Di conseguenza ci saranno due fornitori a cui rivolgersi per manutenzione, riparazioni o ricambi, e anche la necessità di far seguire ai vigili un nuovo corso di formazione. Ma non si sarebbe potuto evitare continuando a utilizzare la Beretta già in dotazione?

 

 

Secondo il Comando generale no, perché quel modello non viene più prodotto dalla casa madre. Peraltro la versione più recente (la «Beretta 80x», sempre con sicura esterna) non poteva neanche essere presa in considerazione visto che la gara capitolina, indetta dall’allora comandante Ugo Angeloni, richiedeva espressamente modelli «striker» in cui non è presente il cane. Orientamento opposto rispetto a quello che 12 anni fa, quando per i vigili venne scelta la Beretta 84, guidò la commissione istituita dall’allora comandante Aldo Zanetti e che era composta anche da due esperti di armi. Uno di questi era Massimiliano Burri, oggi perito balistico del tribunale penale di Roma. «Tra le armi proposte alla commissione valutativa c’era anche una pistola di tipo striker, che però non è stata scelta - racconta Burri -. Si preferì infatti la Beretta 84 Fs calibro 9 corto perché considerata più sicura in quanto, diversamente dalla striker, è dotata di cane esterno e sicura esterna. Caratteristiche che, nell’uso operativo dell’arma, fornivano maggiori garanzie di sicurezza».

 

 

Ad oggi sono circa tremila su 5.400 i vigili urbani «armati» nel Corpo di Roma Capitale, e per poter utilizzare la pistola hanno dovuto ottenere un’abilitazione, superando la prova di idoneità psico-fisica, e periodicamente svolgono esercitazioni al poligono di tiro. Nonostante ciò per la nuova semiautomatica seguiranno un corso di formazione ad hoc incluso nel capitolato d’appalto. Questo perché a differenza della Beretta 84 non è dotata del blocco manuale ma esclusivamente di sistemi interni, conferma il Comando generale ora diretto da Mario De Sclavis, che di fatto ha «ereditato» la fornitura delle striker. Gli operatori quindi dovranno imparare a maneggiarla correttamente. Nessuna notizia invece sui giubbotti antiproiettile che, anche in vista del Giubileo, potrebbero risultare particolarmente utili per la sicurezza del personale. Interpellato da Il Tempo, al momento il Comando non ha fornito risposte.

 

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