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Sanità nel caos per il taglio delle tariffe. Pronto Soccorso a rischio collasso

Antonio Sbraga
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Il nuovo nomenclatore tariffario, che dal mese prossimo amputerà i rimborsi ministeriali per le prestazioni sanitarie (con un taglio paventato di 10 mila posti di lavoro nelle strutture private accreditate della Regione Lazio), rischia di far collassare anche i Pronto Soccorso e le liste d’attesa. «Ci stiamo avvicinando al Giubileo, pertanto sarà necessario far fronte anche alle esigenze sanitarie, sia di base, sia d’emergenza, dei tanti pellegrini in arrivo - avverte Mariastella Giorlandino, rappresentante Salute, Università e Ricerca della Confapi -. Senza l’operatività degli ambulatori capillari sul territorio, le persone si riverseranno sui Pronto soccorso», si legge nell’appello inviato al Ministero della Salute. Nel quale si denuncia che «l’applicazione del nuovo Nomenclatore Tariffario comporterà, in breve tempo, gravissimi danni al Sistema Sanitario Nazionale, compromettendo, innanzi tutto, i percorsi diagnostici dei pazienti più fragili e complessi».

 

 

Perché il taglio delle tariffe riconosciute dal sistema sanitario nazionale riguardano analisi, visite, esami ed interventi chirurgici effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate. «Sì, si tratta di tagli che non riguardano solo la Sanità privata accreditata (che, ricordo, è ufficialmente riconosciuta parte integrante del Sistema Sanitario Nazionale) ma - aggiunge Giorlandino - riguardano in egual modo e in egual misura le Strutture pubbliche, gli Ospedali, dove già si registrano inefficienze e drammatiche liste di attesa». Tant’è che anche il presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, Antonio Magi, auspica «la possibilità di un rinvio per l’entrata in vigore del nuovo tariffario perché le nuove tariffe potrebbero mettere in difficoltà molte strutture pubbliche e convenzionate. Auspichiamo - conclude il presidente Magi - che le Istituzioni regionali e nazionali possano ascoltare le nostre richieste nell’interesse dei pazienti».

 

 

Un appello condiviso anche dal Coordinamento delle associazioni sanitarie: «Sentite le relazioni e gli interventi dei presidenti della Consulta Italiana della Salute (dottor Azzolini), Realtà Sanitaria (dottor Pacifici) e Realtà Medica (professor Savino) fanno proprio l'appello del presidente dell'ordine dei Medici, Antonio Magi, affinché si ascoltino le richieste delle categorie per non mettere a rischio diecimila posti di lavoro. Chiediamo alla Regione di aprire subito un tavolo di trattative che metta al centro del confronto la necessità di garantire la giusta richiesta di quanti vogliono il miglior funzionamento delle strutture pubbliche ed accreditate, come più volte dichiarato anche dal Presidente del Lazio, Francesco Rocca».

 

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