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Teatro di Roma, De Fusco silenzia i critici: “Senza la mia nomina sopravvivenza a rischio”

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Il regista Luca De Fusco, nominato sabato scorso dal cda della Fondazione dg del Teatro di Roma (presenti i rappresentanti della Regione Lazio e del Ministero della Cultura) contro il parere del Campidoglio, parla con l’Adnkronos e confessa i suoi timori per il nuovo incarico: «Spero di poter entrare il prima possibile in teatro e cominciare finalmente a lavorare. Impossibile procrastinare ancora la mia nomina. Il Teatro di Roma rischia di non poter accedere ai contribuiti ministeriali, la cui domanda scade a fine mese».

 

 

«Ad oggi è una corsa contro il tempo – spiega De Fusco all’Adnkronos - il Teatro di Roma è a rischio sopravvivenza, ma nessuno lo dice. Sono comunque fiducioso. Con l’allora sindaco di Napoli ho avuto scontri ben più forti, le tensioni erano palpabili. Mi ritengo un uomo fortunato perché il sindaco di Roma Gualtieri e l’assessore alla Cultura Gotor sono due signori. Ne sono convinto. Tutto si ricomporrà. Basta cominciare a parlare di programmi. E sui programmi si troverà un accordo».

 

 

Nessun timore delle reazioni della politica, ma anche di attori, registi che hanno ’manifestato’ recentemente dinanzi al Teatro Argentina? «Non mi meraviglia - risponde De Fusco al quesito -. Posso fare un elenco di attori, registi, uomini e donne dello spettacolo, che mi hanno dimostrato solidarietà, che mi hanno scritto di ’tenere durò, potrei stilare una lista altrettanto corposa. Purtroppo il mondo teatrale italiano è fatto di tribù e io appartengo ad una tribù diversa di quelli che manifestavano ieri sera. Tutto questo lascia il tempo che trova... Con quanto sta accadendo al Teatro di Roma hanno aperto i tg. Nemmeno avessero espugnato Gaza».

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