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Leone fuggito a Ladispoli: il lucchetto è sotto esame

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Pina Sereni
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Non è ancora chiara la dinamica sulla fuga del leone dal circo a Ladispoli. Le versioni raccolte nell’immediatezza dei fatti dal personale dell’attività circense, non avrebbe infatti convinto gli investigatori che stanno portando avanti le indagini. Tanto che ieri i carabinieri sono tornati al circo Rony Roller per ascoltare una seconda volta i titolari della struttura e i dipendenti. Al centro delle indagini il lucchetto della gabbia: era stato lasciato aperto per errore, era difettoso, oppure è stato un sabotaggio come ipotizzato dai circensi?

 

 

Mentre il leone vagava per le vie di Ladispoli tra il terrore dei cittadini barricati in casa, i titolari del Rony Roller avevano affermato di aver notato tre persone che armeggiavano vicino alla gabbia dove era chiuso il leone, accanto a quella di alcune tigri. Carabinieri e polizia nelle prossime ore invieranno informative ai pubblici ministeri di Civitavecchia nelle quali saranno inserite la cronologia dei fatti, le testimonianze raccolte e il verbale del sopralluogo nel circo. Il leone è stato catturato dopo essere stato narcotizzato dal dardo sparato da una trentina di metri da un veterinario.

 

 

L’episodio della fuga del felino ha comunque riacceso la battaglia degli animalisti contro l’uso degli animali addestrati nei circhi. Tanto che gli stessi animalisti hanno presentato un esposto in procura a Civitavecchia. Non solo. Ieri sera una sessantina di attivisti hanno anche manifestato davanti al Rony Roller Circus per protestare «contro le violenze subite dal leone nel momento della sua cattura». E non sono mancati momenti di tensione con i titolari del circo. Una persona sarebbe stata strattonata.

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