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Burocrazia lumaca e progetti bloccati: a rischio 730 milioni per Roma

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Claudio Querques
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La città metropolitana di Roma rischia di perdere circa 730 milioni di investimenti. Per l’esattezza il 14% dei 5 miliardi stanziati per l’attuazione del Next Generation Eu. L’allarme, che solo a pensarci fa venire la pelle d’oca, è dell’Orep, l’osservatorio sul Recovery Plan dell’Università di Tor Vergata. Il Dipartimento Economia e sviluppo dell’ateneo romano ha elaborato un focus sulla capitale e sul Lazio. Sono a rischio 915 progetti. Potrebbero essere definanziati. Sono gli investimenti per i Piani urbani integrati, che vuol dire rigenerazione urbana ed efficientamento energetico.

In particolare nel focus si fa riferimento alle due Missioni riconducibili alla progettazione esecutiva. Tra i progetti a rischio definanziamento vengono citati: il rifacimento dell’impianto di riscaldamento della scuola elementare IV Novembre, 3,2 milioni di euro; la stabilizzazione del versante di via Moricca del Municipio XIII, (1,9 milioni) e il restauro dell’impianto termico degli immobili di edilizia residenziale pubblica di via Sebastiano Satta, (1,5 milioni).

I piani di rigenerazione urbana sono in corso di rimodulazione. Una questione aperta anche per altre grandi città, (trema anche Milano). Nel Lazio il rischio è grosso: sono in gioco 1,2 miliardi di euro, pari al 16,7% delle risorse stanziate in tutta la regione. Una quota importante: solo i piani integrati valgono 660 milioni. Fare in fretta e fare bene. Certo. I dati dell’Osservatorio – disponibili sul sito dell’Acer, l’Associazione dei costruttori romani – sono tutt’altro che rassicuranti. Rispetto al luglio scorso sono aumentate le opere in fase di affidamento (38%) e i lavori già aggiudicati (25%) ma quelli in esecuzione sono solo l’8,2% e quelli conclusi appena l’1,3% (fonte osservatoriopnrrgiubileoroma.it).

Fin qui il Pnrr. Marciano a rilento anche i programmi di intervento legati al Giubileo. Stiamo parlando di interventi di riqualificazione della viabilità che riguardano ambiente, mobilità e accoglienza per un importo pari a 471,4 milioni di euro. Ossigeno puro per la Capitale. Dall’insediamento del sindaco Gualtieri sono trascorsi due anni. Un bilancio di metà mandato è quindi possibile. Se si esclude la riqualificazione dell’Ex Mattatoio, un progetto - visitato venerdì da Gualtieri - di museo diffuso che ha visto negli ultimi mesi una fortissima accelerazione grazie all'impegno di Umberto Marroni, gli altri progetti arrancano. Sono in fase di partenza il cantiere di rifacimento del piazzale della Stazione Termini, in avanzamento il Sottovia di Porta Pia e il Ponte dell’Industria, due opere di grande importanza che stanno però avendo un impatto feroce sulla disastrata mobilità cittadina. I progetti del Piano Caput Mundi sono molto ambiziosi: investimenti per 500 milioni di euro legati a ben 355 progetti.

Quanti di questi sono già partiti? A che punto è il rifacimento delle Mure Aureliane? Non c’è giorno che passi senza che il Vaticano, rappresentato nella Cabina di regia da monsignor Fisichella chieda rassicurazioni. Tanto più che uno degli interventi previsti è proprio la riqualificazione di Piazza San Giovanni in Laterano. È stato già osservato come molti ritardi dipendono dalle autorizzazioni rilasciate dalla Sovrintendenza capitolina assediata da richieste. È appena il caso di ricordare che tra le opere previste per il Giubileo vi sono la realizzazione di un parco pubblico tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio, il parcheggio interrato di piazza Risorgimento, il rifacimento delle fermate degli autobus e l’acquisto di 755 (leggasi settecentocinquantacinque) autobus a metano. E ci fermiamo qui anche se l’elenco è molto più lungo. Piccole grandi opere che possono cambiare la vita dei romani.

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