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L'ex Penicillina abitata di giorno e di notte ma per il Campidoglio è sicura

Marina Zanchi
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«Cosa c’è lì dentro? Direi il peggio del peggio». Fissando la fabbrica abbandonata che svetta su via Tiburtina, un luogo che tutti conoscono come ex Penicillina, la cassiera della tavola calda all’angolo con via del Casale di San Basilio ha sul volto un’espressione preoccupata. «Non passo mai su quel lato della strada di sera, tantomeno prendo i mezzi alla fermata - racconta la signora L’estate scorsa una mia amica che inizia a lavorare all’alba è stata salvata dall’autista dell’autobus. Hanno cercato di aggredirla». Vista dall’esterno la fabbrica diroccata sembra un edificio fantasma, ma basta osservarla più da vicino per notare i segni di una frequentazione recente. Cumuli di rifiuti, qualche giaciglio di fortuna. A terra, vicino a uno degli ingressi, una distesa di profilattici usati e altri residui di incontri estemporanei.

Una quantità tale da far pensare che quel luogo sia diventato il centro di un giro di prostituzione. Eppure, nonostante la paura dei residenti, la giunta di Roma Capitale ha spostato di nuovo i «Fondi per la sicurezza urbana» destinati alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito. La prima volta a marzo, quando dallo stanziamento di 1,4 milioni (già ridotti rispetto agli originali 6,2) sono stati tolti 337mila euro per la nuova Sala Operativa dei vigili urbani. Lunedì scorso, invece, la ex Penicillina è stata stralciata del tutto dal budget 2022-2023. Gli assessori all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, e alla Sicurezza, Monica Lucarelli, hanno «rivalutato» la possibilità di usare i fondi ministeriali visto che «l’immobile, di proprietà privata» è «attualmente all’asta e nel corso del 2022 è stato oggetto di sgombero da occupanti abusivi».

In quell’occasione ne vennero allontanati una trentina e altrettanti nel 2018, quando allo sgombero ha assistito l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ora però, concludono gli assessori, quei fondi saranno dirottati «su interventi più urgenti», in aree «connotate da maggiore incidenza di fenomeni criminali e particolari rischi perla sicurezza urbana». Si tratta per lo più di una serie di piccoli interventi richiesti dai Municipi: recinzioni per i giardini pubblici, lampioni, fototrappole, telecamere contro i vandali. Intanto, secondo chi abita e lavora in zona, di sera all’ex Penicillina è meglio non avvicinarsi. «Col buio entrano ed escono come vogliono», sentenzia un meccanico. Uomini senza nome, che in pochi riescono a vedere in faccia, liberi di muoversi fuori e dentro la fabbrica con il favore dell’oscurità. E con buona pace del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che mercoledì ha firmato una direttiva in cui invita i sindaci a usare le risorse del Viminale proprio per gli edifici abbandonati, evitandone l’occupazione.

«Non sapevo dello spostamento dei fondi, non ne sono stato informato - commenta il presidente del Municipio IV, Massimiliano Umbertiso però che dell’edificio si occupa un curatore fallimentare è che è all’asta». L’offerta minima per l’immobile, ampio 33mila metri quadrati, oggi è fissata a 19,2 milioni ma pochi mesi fa superava i 22. «Forse chi è interessato a comprarlo aspetta che il prezzo scenda ancora - commenta Umberti Io sono ottimista. Comunque gli ingressi alla struttura sono stati sigillati». Ma a guardare i passaggi ricavati nella recinzione, chiusi da lucchetti e catene di fortuna, l’edificio sembra tutt’altro che inviolabile. «So che siamo a San Basilio ma non penso che quel posto possa restare così - commenta, quasi rassegnata, la barista della tavola calda- Denunciate per noi questa situazione, magari qualcosa si muoverà».

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