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Boom turistico alle porte ma non ci sono camerieri: bar, ristoranti e pub in crisi

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Damiana Verucci
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C'è chi ha già dovuto chiudere un giorno in più alla settimana perché non trova camerieri, cuochi, aiuto cuochi, personale di sala, baristi, ma anche pizzaioli e cassieri. È allarme lavoratori nel settore della somministrazione romana. Ne mancherebbero all'appello 25mila, secondo Fipe Confcommercio Roma, il 50% dei quali si tratta di addetti alla sala, in poche parole camerieri. Poi ci sono i baristi dietro al bancone dei bar e i dipendenti di locali che non appartengono al comparto ristorazione, per altre 14mila figure professionali introvabili a Roma e nel Lazio, stando invece ai dati Fiepet.

Insomma, un esercito di persone che potrebbero mettere in serio rischio l'apertura degli esercizi durante la settimana, specie in vista dell'estate quando il lavoro, per via dei turisti e delle giornate che si allungano, va ad intensificarsi. Sembra un paradosso in un momento di inflazione alle stelle, caro vita, ripresa delle attività commerciali dopo il Covid. Eppure, tanti di quei lavori che prima della pandemia si facevano senza alcun problema di reperimento, oggi peccano di figure professionali adeguate. E non si parla solo di specializzazione, ma di lavori umili, che una volta si facevano anche per arrotondare magari proprio a ridosso dell'estate. Ma forse è proprio questo il problema, o uno dei problemi. «La pandemia ha cambiato il modo di vedere la vita, e quindi anche il lavoro – spiega Sergio Paolantoni, presidente Fipe Confcommercio Roma – siamo dovuti rimanere a casa, percependo in molti casi reddito di cittadinanza o altre forme di aiuti, questo ha cambiato il modo di vedere la propria professione e modificato probabilmente pure le aspettative personali». Come a dire che fare il cameriere o il barista è diventato qualcosa di poco conto, che si snobba anche da disoccupati.
«Abbiamo proposto di cambiare ad esempio la dicitura cameriere con quella di addetto alla sala – continua Paolantoni – perché le parole spesso sono importanti per identificare un lavoro che invece è essenziale per portare avanti un'attività e può dare molte soddisfazioni».

A questo fine l'associazione dei ristoratori ha lanciato il Fipe Talent Day, con appuntamenti in tutta Italia che puntano a far incontrare domanda e offerta, mettendo in contatto le scuole alberghiere, le agenzie per la somministrazione, i giovani in cerca di lavoro e gli imprenditori, che faticano a trovare personale. Da questi incontri emerge che almeno per il 30% delle figure richieste le imprese hanno difficoltà di reperimento per ridotto numero di candidati mentre per il 13,8% il motivo principale è l'inadeguatezza dei curricula presentati. La figura professionale più ricercata resta, come già detto, quella del cameriere di sala, seguono cuochi e aiuto cuochi, banconieri di bar e gelaterie. Si tratta di figure per cui in almeno 7 casi su 10 sono richieste esperienze pregresse nel settore e dunque una buona competenza. Preoccupano i mesi primavera/estate ormai alle porte. «Sul fronte gelaterie, ad esempio – incalza Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti – manca circa una persona su due e se la situazione non cambia nel comparto ci saranno tanti esercenti che saranno costretti a rivedere turnazione e giornate di chiusura del proprio locale, che aumenteranno».

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