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Roma, c'è un vero tesoro nascosto a pochi passi dal Colosseo: scoperta una Domus

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Gabriele Simongini
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Roma è una miniera infinita di bellezza e di sorprese. Qui «il tempo sembra disintegrarsi», come amava dire Henry James, saldando in un tutt'uno antico e contemporaneo. Per averne riprova basta pensare, con un'anticipazione inedita che il nostro giornale è in grado di dare, a quanto si nasconde sotto lo storico Liceo Cavour, nel Rione Monti, a cento metri dal Colosseo. Tenetevi forte. Ebbene, al di sotto del piano delle palestre, grazie alle indagini di un docente e archeologo della scuola, condotte con la guida di un insigne archeologo come Filippo Coarelli, e con la supervisione del Dirigente scolastico dell'istituto, sono stati individuati i resti di una magnifica domus di periodo medio-imperiale (metà del II secolo d.C.), mai indagata finora e in uno stato di conservazione eccezionale. Le pareti riportano quasi interamente la decorazione pittorica, praticamente intatta, e negli intradossi degli archi, che permettono l'ingresso tra gli ambienti finora accessibili (oggi interrati per quasi tutta la loro altezza) sono presenti stucchi di notevole manifattura e ugualmente in ottimo stato di conservazione. La domus in esame potrebbe essere parte di una notevole abitazione di personaggi di rango, individuati attraverso una menzione epigrafica documentata ad inizio del 1900 e le indagini archeologiche potrebbero aprire la strada verso la scoperta di una parte nodale della nostra città, quella compresa tra via Frangipane e via degli Annibaldi, zona di importanza nevralgica della Roma antica.

 

 

La non facile esplorazione dell'edificio presenta un interesse straordinario, trattandosi di un complesso abitativo di grandi dimensioni e lussuosamente decorato, certamente in ottimo stato di conservazione, situato in un quartiere centrale della città antica compreso tra Carinae e Esquilino, di grande importanza storica (vi abitarono Cicerone, Pompeo e Ottaviano) ma archeologicamente poco conosciuto. Ancor più rilevante è il fatto che si conoscano i suoi proprietari, in base ai dati emersi nel 1895, nel corso degli scavi per l'apertura di Via degli Annibaldi, quando apparve il settore più orientale della domus (immediatamente adiacente a quello occidentale, conservato sotto il liceo), che venne distrutto per lasciar passare la via moderna. Questo edificio ha dimensioni eccezionali: si sviluppa da sud-est a nord-ovest per una lunghezza di circa 60 metri, mentre nel senso della larghezza la parte esplorata nel 1895 misura circa 20 metri. Il resto continua sotto il liceo. Parte delle strutture murarie erano realizzate in reticolato di tufo e ciò fa pensare all'esistenza di una fase più antica, tardo repubblicana o giulio-claudia, mentre la fase più recente, in laterizio, apparteneva certamente agli stessi anni di quella ancora conservata sotto il liceo: metà del II secolo d.C. Sappiamo anche che nel 1895 venne recuperato materiale architettonico, scultoreo ed epigrafico, probabilmente conservato nei depositi del Museo delle Terme o in quelli comunali. E anche questo richiederebbe un'apposita indagine.

 

 

Ma il dato forse più interessante è la scoperta di una fistula di piombo, pertinente alla fornitura idrica della casa, su cui sono indicati i nomi dei proprietari: Umbria C(ai) f(ilia) Albina e L. Fabius Gallus, quindi una donna e forse suo marito (oppure un proprietario successivo). Di quest'ultimo non sappiamo nulla, ma della prima è possibile ricostruire parzialmente cronologia e stato sociale. Il nome Umbrius, scarsamente documentato, appartiene a una gens originaria probabilmente del Sannio, come dimostra la presenza di un'iscrizione in lingua osca ad Alfedena, l'antica Aufidena. Essa dovette conservare rapporti con questo territorio molto a lungo, fino almeno al III secolo d.C., come dimostra la presenza di iscrizioni repubblicane e imperiali dalla zona dei Frentani. La nostra Umbria Albina aveva certamente una villa ad Alfedena, nel probabile luogo di origine della famiglia: bolli su tegole dimostrano che questa proprietà comprendeva anche una fabbrica di laterizi. Un'iscrizione scoperta nel 1946, in cui appare un C.Umbrius, procurator dell'epoca di Adriano, ci restituisce probabilmente il nome del padre, che era quindi un personaggio di rango equestre, certamente assai ricco. La data corrisponde bene alla cronologia della casa.

La notizia della domus susciterà sicuramente la curiosità e l'attenzione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. E si spera in un rapido intervento della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per avviare un progetto di recupero della domus e per metterla in sicurezza, visto che alcune scritte recenti sui muri fanno capire che durante qualche occupazione della scuola alcuni studenti vi sono entrati a rischio della propria incolumità. In quale altra parte del mondo una scuola ha fisicamente le sue radici in un edificio di quasi duemila anni fa? E il presente non è forse il futuro del passato?

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