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Regione Lazio, corte disperata di D'Amato al M5S. Calenda pensa di mollarlo

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Acque agitate nel comitato elettorale di Alessio D'Amato. Il candidato di Pd e Terzo Polo alla presidenza della Regione Lazio, guardando i sondaggi e percependo aria di sconfitta, tende per l'ennesima volta la mano a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle. «Da parte mia le porte sono sempre aperte, anche per un accordo in extremis. Se Donatella Bianchi volesse fare un ticket sarebbe una cosa gradita», dice D'Amato a «Tagadà» su La7. Parole che mandano su tutte le furie Carlo Calenda. Il leader del Terzo polo, alleato di D'Amato, si dice pronto a mollarlo in caso di intesa coi grillini. «Faccelo sapere rapidamente Alessio, in tempo per presentare un nostro candidato alternativo a questo eventuale pastrocchio con i 5 Stelle. Basta giochini e alchimie. Parliamo di programmi».

 

 

Ma nello schieramento di centrosinistra che sostiene D'Amato non tutti la pensano come Calenda. Massimiliano Smeriglio, eurodeputato di S&D, chiede di «insistere fino all'ultimo» per tenere in piedi il campo largo: «Fa bene D'Amato a insistere fino all'ultimo giorno utile per ricomporre l'alleanza che già governa la Regione Lazio. È una responsabilità enorme quella di rompere il campo largo, indebolirlo e rendere più facile il compito della destra - dice Smeriglio - Chi rompe paga. Ed è incomprensibile l'ostinazione di Calenda nel cercare di indebolire l'alleanza».

 

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