strage nel bar

Sparatoria a Fidene, Fabiana De Angelis non ce l'ha fatta: è la quarta vittima

Si aggrava il tragico bilancio della sparatoria di Fidene di domenica 11 dicembre, quando Claudio Campiti ha fatto fuoco nel bar di via Monte Giberto dove si stava svolgendo la riunione di condominio del consorzio nel quale risiedeva. Fabiana De Angelis, rimasta ferita nella sparatoria, non ce l’ha fatta. La 57enne è deceduta in serata all’ospedale Sant’Andrea. Lo fa sapere il nosocomio capitolino, precisando che "gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile". Pertanto "è stata dichiarata la morte cerebrale della paziente".

 

  

Si tratta della quarta vittima di Claudio Campiti, l’uomo che ha fatto fuoco nel bar di via Monte Giberto, per cui la Procura di Roma ha chiesto la convalida del fermo. I pm romani contestano le accuse di triplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, e triplice tentato omicidio, in riferimento alle persone rimaste ferite, e il porto abusivo di armi. Ora si attende che il gip fissi l'udienza di convalida che potrebbe tenersi già domani nel carcere romano di Regina Coeli.

 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che hanno emesso il provvedimento di fermo per Campiti, la strage è stata "premeditata fin nei minimi particolari". Il 57enne "da anni non partecipava ad un’assemblea del Consorzio; quindi già la sua presenza sul luogo dell’assemblea può ritenersi per certi versi ’anomala'". Inoltre l’uomo, arrivato al dehors in via Monte Giberto, dove era riunito il consorzio Valle Verde di cui faceva parte, "si dirigeva verso il tavolo del consiglio di amministrazione e iniziava a sparare", e questo per gli inquirenti "costituisce la miglior riprova che non si fosse recato presso il bar" per partecipare all’assemblea.

 

Secondo chi indaga l’uomo era pronto a fuggire e con sé aveva una grande quantità di munizioni. Prima della strage, alle 8.55 di domenica mattina, si è presentato al poligono di Tor di Quinto, e "ha chiesto espressamente una glock calibro 45 che già aveva operato in passato", "un’arma che sapeva utilizzare bene". L’uomo aveva con sé "numerosissimi proiettili (circa 170)", spiega chi indaga, e ha colpito le vittime su punti vitali. Il poligono di tiro a Tor di Quinto, dove il 57enne si è procurato la pistola, è stato posto sotto sequestro e sono state acquisite tutte le documentazioni dei verbali di entrata e uscita dell’uomo, oltre ai video delle telecamere di sorveglianza.