delitti a luci rosse

Roma, caccia al killer delle prostitute di Prati. "È un cliente abituale"

Augusto Parboni

In due ore scoperti tre omicidi. Tutti commessi intorno a piazzale Clodio: due in un appartamento davanti all'ingresso del palazzo di giustizia, l'altro invece in una casa a circa 700 metri di distanza. Tutte le vittime sarebbero legate al mondo della prostituzione. E tutte e tre sarebbero state uccise dalla stessa mano: la polizia sarebbe infatti a caccia di un cliente abituale delle prostitute. Due vittime sono cittadine cinesi, che lavoravano in un appartamento in via Augusto Riboty 28, la terza, invece, è una cittadina colombiana di 65 anni: è stata trovata senza vita in via Durazzo. Secondo le indagini della Polizia di Stato, tutte e tre sono state ammazzate con un'arma da taglio: due colpite alla gola, la terza invece al petto e alla gola mentre si trovava nel letto.

 

  

In via Riboty le forze dell'ordine sono arrivate dopo che è stato dato l'allarme intorno alle 10,50, quando una donna è stata trovata dal portiere in una pozza di sangue sul pianerottolo al primo piano di un palazzo di nove piani. Una volta aperta la porta dell'appartamento, dove secondo gli inquienti si svolgeva un'attività di prostituzione, è stata scoperta la seconda vittima, sempre cinese, riversa in terra in una pozza di sangue. Entrambe sarebbero state colpite con una lama alla gola. In via Durazzo, invece, a dare l'allarme è stata la sorella transessuale di Marta C. T., che ha scoperto l'omicidio nel seminterrato dove la vittima si prostituiva: la 65enne, che ha una figlia di 18 anni, sarebbe stata uccisa con una coltellata tra la gola e il petto. Ed è sempre la trans a riferire ai poliziotti che sua sorella Marta sarebbe stata in attesa di un cliente.

 

In entrambe gli appartamenti sono arrivati anche gli agenti della Squadra Mobile e della Scientifica. Mentre quest'ultimi svolgevano i rilievi all'interno degli appartamenti a caccia di impronte ed eventuale materiale biologico, i colleghi interrogavano gli inquilini del palazzo e i commercianti che hanno attività di fronte al palazzo. Non solo. Gli investigatori hanno anche sequestrato le registrazioni delle telecamere presenti nelle vie e piazze limitrofe a via Riboty e via Durazzo: all'esame degli inquirenti anche i cellulari e le celle telefoniche.

 

Nel palazzo di via Riboty, fino alle 10,30, nessuno aveva notato nulla di strano. Sulle scale e sull'ascensore a quell'ora c'era un via vai di persone, considerando che nell'edificio ci sono anche diversi studi legali. Poco dopo ecco le urla di chi ha trovato il cadavere sul pianerottolo. È stato infatti il portiere, Davide G., a dare l'allarme, poi accompagnato in Questura per essere ascoltato.

 

Sono stati sentiti anche tutti gli inquilini presenti ieri mattina nel palazzo. Gli agenti hanno inoltre impedito l'ingresso e l'uscita a chiunque si trovasse nell'edificio. Tutti sono stati sentiti come persone informate sui fatti. E nessuno avrebbe sentito nulla, né urla né discussioni provenire da quell'appartamento dove avvenivano incontri a luci rosse. Un inquilino ha raccontato che alcuni giorni fa era stata indetta una riunione di condominio, durante la quale era stato affrontato anche il caso dell'appartamento affittato per la prostituzione: la preoccupazione degli inquilini era il continuo via vai di uomini che entravano e uscivano dal palazzo. «Spesso neanche citofonavano, il portone glielo aprivano dopo una telefonata», afferma l'inquilino che da tempo sta chiedendo più sicurezza nel palazzo. In via Durazzo, invece, in uno dei 10 appartamenti che si trovano nel seminterrato, tre anni fa sarebbe morto il cliente di una prostituta.