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Regione Lazio, Nicola Zingaretti non se ne va: dimissioni ancora rinviate

Susanna Novelli
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Nessuna fretta alla Pisana per approvare il collegato di Bilancio che manderebbe definitivamente «a casa» giunta e Consiglio regionale. E soprattutto formalizzerebbe le dimissioni del governatore uscente, Nicola Zingaretti - eletto alla Camera dei Deputati il 25 settembre - legate a doppio filo alla variazione di bilancio, approvata in giunta l'8 ottobre scorso. La seduta per la discussione e l'approvazione dell'ultimo atto della legislatura laziale targata Zingaretti si è aperta ieri poco dopo le 15. E già alle 18 un tweet della consigliera di Fratelli d'Italia, Laura Corrotti annunciava: «Consiglio regionale sospeso: c'è l'Europa League. L'approvazione di questo provvedimento prima delle dimissioni deve essere veramente urgente, come dice Zingaretti». Le voci di corridoio poi che davano la sospensione fino alle 23 per poi riprendere in notturna la discussione dell'atto conclusivo della legislatura, sono state messe a tacere dalla comunicazione ufficiale: la seduta del Consiglio regionale riprenderà alle 14.30 di lunedì 7 novembre. Altri giorni preziosi insomma per Zingaretti&Co. Utili soprattutto a chiarire il quadro elettorale ormai alle porte.

 

 

E non a caso proprio nei minuti in cui si sospendeva la seduta alla Pisana, sulle agenzie stampa uscivano indiscrezioni - assai fondate - sul candidato che per il centrosinistra potrebbe rappresentare la giusta sintesi tra il Pd, il Movimento 5 Stelle, il Terzo Polo e la sinistra, ovvero quel «campo largo» senza il quale la coalizione è destinata a perdere praticamente a tavolino. Fonti del Nazareno hanno così fatto trapelare l'indiscrezione secondo la quale la candidatura di Alessio D'Amato rappresenterebbe al momento «l'opzione più solida». Gradito certamente al Terzo Polo e abbastanza distante dal partito per avere la patente di «civico» richiesta dai grillini di Conte. L'assessore alla Sanità inoltre è già conosciuto praticamente da tutti essendo stato per oltre due anni in prima linea per la lotta al Covid. Fatto decisivo in una campagna elettorale «lampo».

 

 

Qualche giorno in più sulle dimissioni di Zingaretti fanno comodo anche al centrodestra, alle prese con i primi passi di un governo nazionale che sarà protagonista, nel bene nel male, di questa tornata elettorale che dovrebbe concludersi con l'apertura delle urne in primi di febbraio. Il pressing sul presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, per quanto incessante non avrebbe portato ancora a una decisione definitiva.

 

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