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Pizze "farcite" con droga e cellulari per i detenuti di Rebibbia, scattano gli arresti

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Arrivavano all’interno della pizza ’"farcita" la droga - oppiacei, hashish e cocaina - e le Sim card ai detenuti del carcere di Rebibbia. Lo hanno scoperto i carabinieri della Compagnia Roma Eur e gli uomini del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria nell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo che ha portato all’arresto di 7 persone, tra cui un agente della Polizia Penitenziaria. Gli inquirenti sono riusciti a bloccare una consegna di una pizza «farcita» con 40 pasticche di un oppiaceo e 10 Sim card.

 

Durante l’indagine, iniziata a luglio 2019 e proseguita fino allo scorso febbraio, hanno scoperto che un poliziotto della penitenziaria, già sospeso e finito ai domiciliari, si era accordato «ripetutamente» con un detenuto «per l’introduzione all’interno del carcere, a cadenza mensile, di più pacchi contenenti sostanza stupefacente, cellulari e sim card e altri oggetti richiesti di volta in volta dal detenuto - si legge nelle 55 pagine di ordinanza -, nonché per consentire l’utilizzo di telefoni cellulari all’interno delle celle durante il proprio orario di servizio, ricevendo in cambio, per ogni consegna, 300 euro o altre utilità».

 

«Il dipendente della polizia penitenziaria - sottolinea il gip Maddalena Cirpiani - ha mostrato una notevole capacità a delinquere essendosi posto a servizio dei detenuti in totale spregio della divisa indossata». Come documentato dalle indagini, la richiesta di droga e di schede telefoniche perveniva da alcuni detenuti che si occupavano della successiva rivendita nell’ambito del reparto G8 del carcere romano. È emerso inoltre il coinvolgimento dei familiari di alcuni detenuti che per veicolare l’introduzione delle dosi di droga e delle Sim card, si servivano tra l’altro dei ’pacchi colloquio'. 

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