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Ai Mercati di Traiano la sostenibilità nella moda e nel design

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I Mercati di Traiano, uno dei siti archeologici più importanti al mondo, si sono vestiti concettualmente di green con la “Phygital Sustainability Expo”, in una giornata interamente dedicata alla sostenibilità nella moda e nel design.  Organizzato da Valeria Mangani presidente della Sustainable Fashion Innovation Society – associazione nata per valorizzare i nuovi brand nati con criteri di sostenibilità e supportare i brand tradizionali nella loro trasformazione verso una produzione che rispetti il Pianeta - è l’evento internazionale che ha visto confrontarsi esperti, designer, manager, aziende tradizionali e startup tecnologiche.

Trentaquattro brand con caratteristiche diverse, accomunati da un fil rouge comune. Giovanissimi con idee innovative, come Floriano Bellettini e Ugo Apuzzo, creatori di Chiengora Project, che tesse il pelo  che i cani perdono naturalmente per farne sciarpe e maglioni caldi e morbidissimi, oppure giovani appartenenti ad antiche famiglie che hanno fatto della sostenibilità la loro ragione di vita e di lavoro - come il progetto Irene Forte Skincare, che produce prodotti di bellezza vegani realizzati, tra l’altro con agrumi siciliani, la collezione Eye Of Ray – il nuovissimo brand creato da Martina Formilli Fendi che utilizza solo tessuti naturali e riciclati, Desserto, azienda messicana che produce dal cactus un materiale elastico e resistente che è una valida alternativa alla pelle animale; oppure il brand unisex e inclusivo Alter Design, ideato dalla designer Pauline Ducruet, figlia della Principessa Stéphanie di Monaco. Accanto ai giovani troviamo brand antichi o già molto noti – come Zilli, Carpisa cha ha svelato la valigia 500eco prodotta dal materiale di riciclo di 30 bottiglie di plastica, Lamborghini che ha comunicato le grandi innovazioni sostenibili previste nell’immediato futuro: il lancio della prima auto ibrida nel 2023 e della prima Lamborghini elettrica nel 2026, l’antica sartoria Pia Laura Capri - che nella riscoperta dell’artigianato e delle materie prime innovative rispettano l’ambiente, oppure progetti di equità sociale come Made in Carcere.

Ventisette relatori d’eccellenza hanno animato le conferenze-dibattito, in occasione delle quali rappresentanti di aziende e istituzioni hanno presentato i risultati di studi scientifici, lanciato sfide green e presentato prodotti innovativi e amici del pianeta. Un programma denso e interessante che ha visto avvicendarsi sul palco, ad esempio, Roberto Morabito di ENEA -che ha illustrato come le nuove tecnologie possano essere determinanti nel contenimento del consumo di energia; il prof. Antonio Giordano – che ha tenuto una relazione su l’impatto che l’inquinamento eccessivo può avere sulla salute delle persone- oppure Antonio Franceschini- che ha spiegato come aiutare gli artigiani ad intraprendere la via della sostenibilità ambientale e sociale.

Il percorso espositivo, in cui le aziende hanno avuto modo di esporre i loro prodotti ecosostenibili e interagire con il pubblico per spiegarne le proprietà e le caratteristiche. Le famose terrazze della Via Biberatica con vista mozzafiato sui Fori Imperiali, si sono animate con i prodotti dei vari brand, divisi per aree tematiche. Dall’ecofashion & vegan al design sostenibile, dall’ethical & cruelty free al fashion-tech, si è visto un dipanarsi di buone idee, prodotti di qualità, design innovativo legati da un unico scopo: difendere il pianeta dall’inquinamento e dallo sfruttamento intensivo delle risorse e delle maestranze. Oltre a poter interagire con i designer ed i rappresentanti dei brand, il pubblico ha potuto documentarsi in modo approfondito ed ecologico: infatti, ogni azienda aveva un suo QR code che una volta inquadrato ha svelato sullo smart phone del visitatore tutti i dettagli di ogni singola azienda e di ciascun prodotto.

Una sfilata scenografica, sulla millenaria passerella che affaccia sui Fori Imperiali al tramonto, ha visto sfilare una modella per ogni brand, la quale ha indossato l’outfit più innovativo della collezione della maison, descritto da una voce narrante fuori campo; di sottofondo un’aria sublime: “Vide Cor Meum” composta da Patrick Cassidy e definita da Warner Music una delle 10 arie più belle di sempre. La voce narrante è stata del critico d’arte Valerio Vernesi di Maggioli Cultura.

Valeria Mangani ha così dichiarato facendo un bilancio della manifestazione: “Un format totalmente nuovo nel mondo della moda che era diventata consumistica e ripetitiva. Nuovi occhi con cui guardare la moda, è ciò che ho voluto creare. La SFIS ha già al suo attivo la proposta di una mozione Parlamentare sulla sostenibilità del sistema produttivo della moda e fa parte del comitato delle Nazioni Unite "Cartello dell'Industria della Moda per il Cambiamento Climatico-UNFCCC. Roma è una città che deve risorgere da ceneri millenarie e questo format registrato denominato Phygital Sustainability Expo, ha tutte le capacità per attuare il cambiamento e rilanciare Roma come autorevole capitale nel contesto globale della sostenibilità. Finora nessuno mai aveva coniugato l'arte, l'archeologia, il turismo, la moda e la sostenibilità in un unico format così ben amalgamato. Si inizia varcando i cancelli di vestigia millenarie e attraversando il percorso museale a cielo aperto in cui i brand sono esposti in base al loro tipo di innovazione o transizione. Questo per educare il pubblico che altri non è che un consumatore consapevole. Ed ecco quindi i persorsi nel reciclo grazie alla circular economy, immersi tra manichini sartoriali che indossano solo le innovazioni tecnologiche che rappresentano lo stato dell’arte della sostenibilità: maglioncini al burro di canapa, vestiti di fibre di rosa, di bamboo, di ortica, di arancio, morbidissima pelle vegana di cactus, di mais, o di uva; fibre d’argento che hanno funzioni antisettiche e grazie alle nanotecnologie anche dimagranti a base di alghe, funghi e ancora, proteine fermentate che sostituiscono le pellicce. Roma merita di essere la Capitale della sostenibilità della moda, con le sue industrie creative che pullulano di genio italico sempiterno, alimentate dalla millenaria bellezza dei luoghi. L'arte ispira e suggerisce virtuosismi di grande etica per il secondo settore più inquinante del Pianeta: la moda. Materiali innovativi, che grazie a tecnologia e ricerca evitano l’uso di materie prime plastiche, coloranti artificiali e metalli pesanti – sostanze dannose sia per l’ambiente che per l’uomo. In questo modo diventa possibile anche ridurre il consumo di energia e risorse, ma anche le emissioni di gas inquinanti e, in generale, l’impatto sull’ambiente. Grazie all’annuale ricorrenza del Phygital Sustainability Expo, molti piccoli brand artigianali che hanno fatto della sostenibilità la loro bandiera hanno la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico e di ottenere visibilità mediatica internazionale e grazie ai Partner ITA/ICE e MAECI avere buyers esteri, a ENEL X avere la disruption di filiera produttiva, a FERROVIE DELLO STATO ITALIANE partecipare al contest di idee per trovare il gadget più sostenibile ed infine avere il tutoring dell'Ente Nazionale per il Microcredito sulla finanza agevolata. Un hub quello della SUSTAINABLE FASHION INNOVATION SOCIETY che va a colmare un gap nel settore moda e di cui c'era estremo bisogno per accompagnare le PMI e micro PMI in questa transizione ecologica non più procrastinabile.”

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