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Emergenza rifiuti, la spunta Virginia Raggi nella guerra fratricida. Discarica a Magliano Romano

Non esistono «aree bianche», idonee alla realizzazione di discariche nel territorio del Comune di Roma. Questo emerge dalla cartografie della Città Metropolitana di Roma, presentate ieri al tavolo tecnico convocato dal Ministero della Transizione Ecologica, a cui hanno partecipato anche Regione e Roma Capitale. Il Mite avrebbe dunque preso atto che le uniche aree bianche sono a Magliano Romano. La nuova discarica andrà quindi realizzata in provincia. Proprio a Magliano Romano, tra l’altro, si trova un impianto per cui è stata già chiesta l’autorizzazione e aperta una conferenza dei servizi in Regione. E mentre di notte la Raggi firma l’ordinanza per riaprire la discarica di Albano, di giorno il Consiglio comunale approva un Ordine del Giorno, a firma del capogruppo Pd, Giulio Pelonzi, che impegna la Raggi a trovare i siti dentro Roma. Il cortocircuito istituzionale si completa con i sindaci e i cittadini dei Comuni dell’hinterland pronti a denunce e ricorsi contro la Raggi. Quella approvata in Aula Giulio Cesare - con i voti favorevoli dei fuoriusciti 5Stelle, Agnese Catini, Enrico Stefano, Angelo Sturni e Marco Terranova - rimarrà, come ormai da anni, solo una bandierina politica. Molto più seria l’opposizione dei sindaci. E quella dei cittadini.

 

  

 

L’Associazione Salute Ambiente di Albano ha presentato un lungo esposto alle Procure di Roma e Velletri e alla Prefettura di Roma in cui, dopo aver ripercorso la storia della discarica, evidenzia tutti i problemi del sito di Albano: meno di 500 metri dalle case più vicine, falde acquifere inquinate dal percolato, strade di accesso non adeguate, contestazione delle autorizzazioni e delle valutazioni ambientali della Regione. Insomma, secondo i cittadini di Albano, riaprire la discarica non risolve il problema di Roma e aggrava quelli di Albano. Poi ci sono i sindaci. Tutti i sindaci dell’area dove ricade la discarica di Albano, quindi Massimiliano Borelli, primo cittadino di Albano, ma anche i pentastellati Mario Savarese (Ardea), Adriano Zuccalà (Pomezia), e Carlo Colizza, Marino. Borelli attacca a testa bassa: «Procederò con il ricorso al Tar contro l’ordinanza». Secondo il Primo cittadino di Albano manca la dichiarazione di Stato di Emergenza che legittimi la Raggi ad emanare l’Ordinanza. «Virginia si sveglia a mezzanotte e fa protocollare l’ordinanza per riaprire la discarica di Albano. Pensa così di aver fatto i compiti a casa, quelli assegnati dal Ministero, che dovrebbe fare da facilitatore per aiutare a trovare soluzioni sostenibili ai danni causati dalla Raggi a Roma, e invece prova a fornirgli l’alibi». Un metodo «inaccettabile»: ha dichiarato ieri mattina Borelli. «Faremo anche noi i compiti: non c’è stato nessun confronto con i territori, ma solo l’arroganza di chi si sente immune solo perché è il sindaco della Capitale». Preoccupato Savarese, di Ardea: «Discarica di Albano? Solo sulla carta. Ci sono Montagnano e Villaggio Ardeatino ed è l’acqua dei loro rubinetti che oggi non è più potabile».

 

 

Ovviamente, per riequilibrare, i primi cittadini targati M5S chiedono il Commissariamento della Regione Lazio. E fa sentire la sua voce anche il primo cittadino di Colleferro, il dem Pierluigi Sanna: «Abbiamo ribadito al Campidoglio che il problema dei rifiuti di Roma va risolto a Roma e non in provincia. Lo abbiamo ribadito già due volte in pochi anni. Da noi la differenziata è al 70%. Roma che fa?». Il terzo fronte di polemica proviene proprio dalla Regione: la Lega chiede che Zingaretti incontri i "sindaci disperati", non solo per l’Ordinanza Raggi ma anche per la chiusura per manutenzione dell’impianto Tbm della Rida Ambiente di Aprilia (quello maggiormente indiziato come obiettivo di mercato di Ama). «Zingaretti - dicono il capogruppo leghista alla Pisana, Orlando Tripodi, e il segretario della Lega Provincia Roma Sud, Tony Brugnuolo - spieghi ai Sindaci dove conferire i rifiuti».