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Sprechi e malagestione, l'offensiva di FdI: commissariare il Teatro di Roma

fratelliditalia, teatrodiroma, mollicone, 29aprile
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Fratelli d’Italia chiede il commissariamento del Teatro di Roma. La Federazione romana del partito, infatti, ha presentato stamattina alla Camera dei Deputati una serie di iniziative sul Teatro di Roma. Sono intervenuti Federico Mollicone, deputato capogruppo di Fdi in commissione Cultura, Massimo Milani, coordinatore romano di Fdi, Andrea De Priamo, capogruppo di Fdi in Assemblea Capitolina e Lavinia Mennuni, consigliere comunale di Roma Capitale.

«Al Teatro di Roma continuano sperperi di denaro pubblico, in totale mancanza di trasparenza», sostengono Mollicone, De Priamo, Milani e Mennuni, spiegando che «Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione e numerosi accessi agli atti, azione volta a garantire il ripristino della legalità nell’ente. La situazione del Teatro di Roma è arrivata a un livello di un’assoluta illegittimità finanziaria e procedurale. Vanno chiariti e verificati i rapporti di lavoro, le consulenze, le nomine, le fatture e le assegnazioni». «Il Teatro di Roma merita di rinascere - sostengono gli esponenti di Fdi - oggi è umiliato e dissanguato da clientele e incapaci. Già il Collegio dei Revisori ha indicato, nelle comunicazioni ai soci, che il sistema delle consulenze di Bevilacqua e Corsetti è avvenuto in assenza del relativo bilancio previsionale per l’autorizzazione della spesa, e che l’ente potrebbe rispondere di danno erariale nel caso in cui non fosse dimostrato, facendo riferimento all’atto autorizzatorio della consulenza stessa, che sono stati affidati incarichi esterni a professionisti, solo nel caso in cui sussista una impossibilità oggettiva di svolgere l’attività all’interno dell’ente con proprio personale. Inoltre, la relazione sottolinea che le consulenze sono state affidate fuori da una gara comparativa e che il Cda non ne venne informato. I revisori, oltretutto, sottolineano l’assenza della figura del responsabile amministrativo e del responsabile del personale».

Secondo gli esponenti di Fdi, ci sarebbero diverse criticità. «La malagestione del Presidente che continua, come risulta dall’ultima segnalazione del 14 aprile, nonostante i rilievi formali dei Revisori, ad autorizzare spese - affermano Mollicone, De Priamo, Milani e Mennuni - svolgendo il ruolo di Direttore ad oggi nominato ma non incaricato assolutamente senza informare il Cda, esponendo l’ente al rischio di danno erariale». «Ci chiediamo il ruolo della consigliere della Corte dei Conti Rummo, che è organismo vigilante, e come sia stato possibile il nullaosta della dispensa. Chiediamo al presidente della magistratura contabile Carlino - proseguono gli esponenti di Fdi - di avviare un’indagine interna per chiarire se il nullaosta di Rummo sia corrispondente ai requisiti rispetto il ruolo che svolge attualmente». Poi puntano il dito contro il direttore artistico Giorgio Barberio Corsetti, definendo «un disastro» la sua gestione: «Prima era Direttore, poi dimissionato per omesso controllo, e, invece di allontanarlo, viene ri-assunto come consulente artistico, con aumento delle spese per il suo incarico nel 2020, a teatro chiuso». «Francesca Corona, catalizzatrice di una serie di ambienti, avrebbe trasformato il Teatro India in una sorta di centro sociale ’occupatò dove, a quanto sembra dalla programmazione e dalla lettura dei bilanci, sembra siano stati scritturati molti degli animatori del Valle Occupato e dell’Angelo Mai, provenienti da ambienti antagonisti - affermano gli esponenti di Fdi - Ci chiediamo come possano i soci approvare un bilancio su cui esistono rilievi di questa portata, tanto più che il rappresentante del Ministero della Cultura ha votato contrariamente, denunciando la malagestio di Bevilacqua, Corsetti e Corona. Chiediamo il commissariamento dell’ente e che sia verificata la sussistenza dei criteri di accesso al FUS», concludono gli esponenti di Fratelli d’Italia.

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