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Arrestato l'ex della Magliana Robertino Fittirillo. Gestiva la piazza di spaccio del Tufello

Valeria Di Corrado
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Tra i 20 arresti eseguiti questa mattina all'alba dai finanzieri del Gico c'è anche l'ex della Banda della Magliana  Roberto Fittirillo, detto Robertino, 66 anni. Tutto parte dall'inchiesta "Grande raccordo criminale", che il 28 novembre 2019 aveva portato all'arresto di 51 persone, tra cui Fabrizio Fabietti, considerato il braccio destro a capo dell'organizzazione di narcotrafficanti che inondavano Roma di cocaina e hashish, insieme a Fabrizio Piscitelli (detto Diabolik) ucciso tre mesi prima, il 7 agosto 2019, nel parco degli Acquedotti da un sicario che non è stato ancora catturato. Come emerge dalle informative della Finanza, Fabietti, per rifornirsi di stupefacenti, si rivolge «anche simultaneamente a diversi soggetti di elevato spessore criminale, presenti sulla piazza romana, con i quali ha intessuto stabili accordi di fornitura». Tra questi spicca il nome di Roberto Fittirillo, già componente della banda della Magliana «accusato di concorso in diversi omicidi e di traffico di stupefacenti», con base nel suo quartiere, il Tufello.

Fittirillo "per il tramite di fidati collaboratori - si legge nell'ordinanza di arresto - ha rifornito l'organizzazione di Piscitelli e Fabietti di chili e chili di cocaina (100 chili movimentati in tre mesi, di cui 40 sequestrati". Nella richiesta di applicazione della misura il pubblico ministero ha tratteggiato la figura di Fittirillo. "Ne risulta - conferma il gip - un profilo criminale di alto livello e di innegabile pericolosità, dimostrando l'indagato una indiscutibile capacità di rispondere alle incessanti e ingenti richieste di stupefacente, assicurando forniture altrettanto tempestive e consistenti, con conseguente movimentazione di somme di denaro ragguardevoli (oltre un milione di euro in pochi giorni".

Fittirillo entrò a far parte della Banda come sicario e con compiti di controllo dello spaccio delle sostanze stupefacenti nelle zone del Tufello-Alberone. Arrestato una prima volta nel 1992 con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti e poi, una seconda volta, nel 1993 a seguito dell'Operazione Colosseo che, grazie alle rivelazioni dei pentiti, decapitò l'intera Banda, Fittirillo rimase in carcere per un solo anno. Da allora non è più tornato tra le sbarre. 

Dal suo quartiere di origine, il Tufello Fittirillo ha diretto e gestito una strutturata organizzazione articolata in due rami (la logistica e la distribuzione), che riforniva altri sodalizi attivi nella vendita all’ingrosso di droga nella Capitale. L’aspetto logistico era gestito dal figlio Massimiliano Fittirillo (classe 1976) e dai complici Enrico Gentilezza (classe 1960) e Angelo Braccini (classe 1962), tutti destinatari del provvedimento cautelare. Al ramo della distribuzione spettava, invece, il compito di individuare gli acquirenti e contrattare le forniture; questo fondamentale ruolo era demandato ad Alessio Marini (classe 1984), Stefano Rossetti (classe 1976) e Massimiliano Raguli (classe 1965), saltuariamente coadiuvati da Danilo Perni (classe 1970). Tutti arrestati questa mattina.

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