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Aprilia, l'incendio alla Loas imprigiona i residenti in casa: aria irrespirabile

Massimiliano Gobbi
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E' allarme totale sul litorale romano, intere famiglie imprigionate in casa da giorni a causa dell'incendio avvenuto domenica allo stabilimento per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi della Loas Italia, ad Aprilia.

Da giorni si respira aria irrespirabile, non solo ad Aprilia, ma su  tutta la costa  sud di Roma, in  particolare nei comuni di Ardea, Pomezia, Anzio e Nettuno. «Siamo stufi - commentano alcuni cittadini di Ardea -  il forte odore di plastica bruciata è infernale, si muore. Siamo con le finestre chiuse, nonostante tutto ci siamo svegliati con un forte mal di testa. Speriamo che qualcuno prenda provvedimenti urgenti, non possiamo continuare a stare in queste condizioni». 

Nella serata di ieri sono arrivati i primi risultati delle analisi effettuate da parte dell’Arpa per la verifica dell’inquinamento ambientale.  Rilevato un valore di diossine di 303 pg/mc, un valore quattro volte superiore rispetto al rogo EcoX  avvenuto a Pomezia nel 2017 quando il valore era di 77,5 pg/mc. Riscontrati anche valori altisimi di Benzoapirene, 216 volte superiore rispetto al limite annuale previsto dalla normativa, che è pari a 1 ng/m3. I valori del PCB sono pari a 2361 pg/m3, sei volte superiori a quelli riscontrati nell'incendio EcoX, pari a 394 pg/m3. «Difenderemo gli interessi della nostra città in ogni sede - ha dichiarato ieri il sindaco di Aprilia, Antonio Terra - vogliamo capire l'impatto di questo incendio sul nostro territorio».

Il primo cittadino ha annunciato che oggi, in consiglio comunale, sarà presentata una mozione a cui seguirà una delibera con precise richieste alla Regione Lazio in relazione all'incendio. «In queste ore stiamo puntando a chiudere quello che è rimasto di quel devastante rogo. Quelli pubblicati da Arpa sono dati preoccupanti, attendiamo aggiornamenti ed emetteremo un'eventuale nuova ordinanza».

Anche il sindaco di Anzio Candido De Angelis lancia l'allarme: "C'è diossina nell'aria con possibili conseguenze sulla salute pubblica - dichiara - Pronti a costituirci parte civile nel procedimento penale". 

Intanto da ieri pomeriggio lo stabilimento per il trattamento di rifiuti speciali  è formalmente sotto sequestro. L'atto dell'autorità giudiziaria segue di poche ore la pubblicazione da parte dell'Arpa Lazio degli ultimi dati delle rilevazioni effettuate dalla centralina installata domenica notte a ridosso del sito distrutto dalle fiamme.

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