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La Girandola illumina il web. Alle 21 sul sito del Tempo

Valentina Conti
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Non poteva essere San Pietro e Paolo senza Girandola. Nella Capitale d’Italia quest’anno, causa Covid, lo spettacolo di fuochi d'artificio per celebrare la festa dei Santi patroni della città non illuminerà il cielo del Pincio come lo scorso anno. Ma la storica rievocazione è riuscita a gabbare anche il virus. Si terrà comunque. Stasera alle 21, collegandosi al sito de Il Tempo, romani e non potranno assistere in diretta alla prima versione digitale della Girandola. Un video di circa 20 minuti - in esclusiva per la nostra testata - in sincronia musicale, farà da sfondo all’evento che si sposterà su pc, tablet e smartphone.

 

«Era impensabile farla a Piazza del Popolo, per l’emergenza sanitaria non era gestibile - spiega il Cav. Giuseppe Passeri, progettista, siciliano adottato dall’Urbe - così abbiamo pensato di riproporre l’edizione del 2017, la Girandola ideata dall’architetto Virginio Vespignani». Una profonda tradizione della Città Eterna che non rinuncia a farsi ammirare anche in questa fase delicata

Qual è il messaggio?
«Ci siamo sentiti inadeguati e impotenti con il lockdown. E allora il messaggio che vogliamo dare è di speranza e di continuità insieme. La vita continua sempre, pure dopo la pandemia serve andare avanti e serve impegnarsi a farlo. Il futuro è speranza. Vogliamo lanciare un messaggio di fiducia, un augurio per Roma intera e per tutti coloro che hanno sofferto in questo periodo drammatico della nostra era».
Ripercorriamo un po’ di storia…
«La prima Girandola fu una festa in onore di Papa Sisto IV nel 1481, circa 500 anni fa. E poi la Girandola non si è più fermata. Divenne la festa ogni anno dei patroni di Roma. Era molto complessa, perché iniziava il 27, con una parte liturgica, e il 29 sera da Castel S. Angelo venivano sparati i fuochi: autentiche bordate di cannone che duravano ore. All’intuizione ci lavorò Michelangelo, Valadier, Bernini…».
Come iniziò la sua curiosità per la Girandola?
«Sono stato da sempre appassionato di questa festa. Avevo 16 anni, mi dilettavo con i fuochi insieme agli amici, mio padre si interessava alle stampe antiche. Già a 9 anni ne rimasi folgorato di una del Piranesi che immortalava proprio la Girandola. Nel 2006, per i 500 anni della Guardia svizzera, proposi la prima Girandola in assoluto, dai Colli vaticani. Incontrai il professor Claudio Strinati, all’epoca Soprintendente ai Beni artistici, e da lì partì l’idea di riportarla a Castel S. Angelo, due anni dopo. La progettazione nasce a tavolino. Per quest’anno era in cantiere una bellissima Girandola pensata da Ersoch, architetto romano, al Pincio su tre livelli, con fuochi con delle fontane barocche sensazionali. C’è un grande lavoro di studio dietro sulla purezza delle polveri, tra ricette antiche e miscele».
Lei che lavoro fa nella vita?
«Sono responsabile informatico. E questo ha aiutato non poco la mia passione. Oggi il fuoco di artificio è completamente elettronico, bisogna dunque sapere di hardware e software. I fuochi non si accendono più manualmente, c’è una centralina che si programma. E il bello delle nuove tecnologie è che possiamo vederli prima, possiamo modificarli. Alla base c’è un sistema di computerizzazione. E’ tutta una realizzazione di fino».
La Girandola del 2021 come sarà?
«Dal Pincio, spettacolare come non si è mai vista. Sarà la quindicesima edizione. Una Girandola interamente barocca, cercheremo di creare aspetti di colore molto particolari. Sarà l’orgoglio di Roma. Intanto, stasera, però, saremo tutti uniti virtualmente».
 

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